Non è stato difficile portarli davanti ai cancelli di una delle piattaforme della logistica più grandi del Lazio, piuttosto è stata (prima) un'impresa spiegare che quello dello sciopero e del sit in era un loro diritto vero. Succede anche questo in provincia di Latina. Mentre si fanno grandi proclami sul piano di ripresa e resilienza, mentre si contano i milioni di euro che arriveranno e i punti di pil guadagnati dopo la fine della pandemia, bisogna spiegare in tutte le lingue (nel senso più autentico della definizione) che in Italia, in questa provincia, si può anche scioperare se si è pagati male.

Leggere il volantino dell'ultimo sciopero, proclamato nei giorni scorsi, dalla Usb aiuta a comprendere un pianeta a tratti sconosciuto, quello del lavoro nel settore dei trasporti e del facchinaggio che ormai in provincia di Latina conta quasi mille persone direttamente impiegate sulle piattaforme del triangolo Aprilia-Cisterna-Nettuno, più l'indotto composto prevalentemente da autisti. L'ultimo sciopero ha riguardato i magazzini «Acqua & sapone» sulla Nettunense dove i lavoratori avevano già sollevato una serie di eccezioni. Nel volantino stampato in quattro diverse lingue, visto l'elevato numero di lavoratori stranieri, veniva spiegato in primis che «meritano si essere retribuiti correttamente mentre da febbraio le buste paga sono sbagliate con malattie fantasma detratte, ferie non concesse e un uso improprio dell'orario di lavoro»; un lasso di tempo in parte usato per raggiungere il luogo dove sono custodite le divise e la segreteria della società madre, la Logistics Bridge. Ciò che colpisce di più, però, in quest'ultima tornata di protesta è il prologo del volantino fatto girare tra i circa 600 operatori di quella piattaforma, con il quale è stato ricordato a caratteri cubitali e tradotto in tutte le lingue (appunto) che «tutti i lavoratori possono scioperare!» e che «l'orario di lavoro è di 39 ore settimanali» e che «la domenica deve essere pagata al 65% non al 25% della retribuzione base dei giorni non festivi» e che «i lavoratori hanno diritto di essere tutelati».

Si tratta di una sorta di compendio dell'alfabetizzazione dei lavoratori. «Molte di queste persone, non solo straniere - dice Patrizio Cacciotti della Usb - nemmeno conoscono esattamente qual è il loro diritto alla retribuzione e ai giorni liberi o festivi, perché in questi anni è passata la linea secondo cui si lavora sempre. E basta. E' una storia che, specie nel settore della logistica, ha favorito in qualche modo lo sfruttamento o la violazione dei contratti, quando è andata bene. Non è semplice per un lavoratore rendersi conto di quanto sia elevata la quota di diritti persi se prima non gli viene spiegato qual è la prerogativa di un dipendente di un certo settore economico. Ecco perché si è reso necessario inserirlo nel volantino che già arrivava in una situazione di un grado di informazione accettabile. Eppure andava ricordato l'essenziale».