La decisione di Roma Capitale di risolvere l'emergenza rifiuti scaricandoli su Aprilia provoca la rabbia e le proteste della politica locale. Ancora una volta infatti la cittadinanza assiste inerme a un film già visto dove cambiano solo gli interpreti: ora è il sindaco Roberto Gualtieri (Pd) a voler utilizzare l'impianto di Sacida, prima di lui invece era stata Virginia Raggi (M5S) a ricorrere al Tbm di Fabio Altissimi per gestire l'emergenza romana e, prima ancora, ciò era avvenuto anche tra il 2015 e il 2016. La possibile intesa tra Ama e Rida Ambiente prevederebbe per questo primo momento un massimo di 250 tonnellate di rifiuti al giorno da conferire nell'impianto, che poi in futuro saliranno a 300 tonnellate. L'accordo prende in esame anche il periodo delle festività natalizie, per il quale è previsto che i conferimenti che possano salire fino a 600 tonnellate al giorno. Una scelta determinata dalle capacità impiantistiche della Rida Ambiente, autorizzata dalla Regione al trattamento di 409 mila tonnellate/annue di secco residuo, ovvero oltre il doppio della produzione di indifferenziato dei Comuni della provincia pontina. Un discorso che riporta a galla un vecchio tema, ovvero il principio dell'autonomia di ogni Ato provinciale inserito del piano regionale approvato due anni fa ma che - nei fatti - è rimasto lettera morta. Un aspetto rimarcato con forza da Aprilia in Azione, che critica la giunta Gualtieri tacciandola di continuità con le politiche in materia di rifiuti portate avanti dalla precedente amministrazione capitolina.
«La giunta Gualtieri, in continuità con l'amministrazione Raggi, decide di non affrontare il problema della gestione dei rifiuti della capitale. L'approccio - spiegano i consiglieri Giorgio Giusfredi e Davide Zingaretti - sulla gestione dei rifiuti non cambia e ciò è preoccupante. Tarda ancora l'applicazione del piano regionale dei rifiuti e ad oggi è completamente assente la costituzione effettiva degli Ato. L'impressione è che nessuno abbia il coraggio di affrontare concretamente il tema e notiamo un'assenza delle istituzioni sovracomunali come la Regione, che invece dovrebbero intervenire e sostituire gli enti locali quando questi ultimi non concentrano la propria attività amministrativa su specifiche tematiche, tra queste i rifiuti».
Tuttavia l'accordo tra Ama-Rida, che sarebbe stato già avallato da Regione Lazio e Arpa, ha subito una brusca frenata e potrebbe saltare. A spiegarlo è un articolo del quotidiano "La Repubblica", nel quale viene sottolineato che al patto mancherebbe il via libera di Ecologia Viterbo, proprietaria della discarica dove conferire gli scarti di lavorazione. La società infatti non si è ancora espressa sulla possibilità di ospitare i rifiuti residui in uscita dal Tbm e questo complica l'accordo con Roma Capitale. Un aiuto per sbloccare la situazione potrebbe arrivare da Acea, proprietaria del termovalorizzatore di San Vittore nel Lazio.