Luca e Marco sono mossi da motivazioni diverse, ma si sono trovati sullo stesso quadrato di gioco e di vita, quello della solidarietà e dell'inclusività.
Tutti e due sono allenatori di calcio, e la loro parola d'ordine, da qualche tempo a questa parte, è inserimento, ma non l'inserimento verticale al centro, verso la porta avversaria, e nemmeno quello sulla fascia laterale. Quello che inseguono Luca e Marco è il traguardo dell'inserimento sociale dei ragazzini con disabilità fisiche e quelli meno abbienti, nel circuito ordinario dei vivai calcistici della provincia di Latina.

Luca Zavatti, 53 anni, ex calciatore, capitano del Formia, una vita a correre dietro al pallone, dieci anni fa ha lasciato una gamba a terra in un incidente stradale.
«Mi sono svegliato in ospedale dopo quattro giorni di coma farmacologico e mi sono reso conto di essere rimasto con una gamba in meno. Non è stato facile reagire, ma ce l'ho fatta imponendomi di darmi da fare per superare l'handicap, soprattutto quello psicologico. Ho creato la nazionale italiana di calcio amputati; oggi sono allenatore insieme a Fabrizio Miccoli del Lecce Calcio amputati; ho ottenuto il patentino Uefa B che mi abilita all'allenamento delle squadre di normodotati».

Marco Ghirotto, 57 anni, è stato calciatore e oggi è un allenatore professionista.
«Sono l'ultimo di undici figli e non ho mai dimenticato la bellezza e le difficoltà di una famiglia numerosa come quella in cui sono cresciuto. E so anche cosa vuol dire per un bambino sentirsi dire no quando provi ad esprimere un desiderio, quando cerchi di ottenere una cosa che vuoi con tutto te stesso. Da ragazzino volevo tirare calci al pallone, e potevo farlo ovunque e quando volevo, perché tutti lo facevano, anche in mezzo alla strada. Oggi praticare il calcio, o qualsiasi altro sport, comporta un impegno economico per la famiglia, e non tutte le famiglie possono permetterselo, soprattutto quelle più numerose, e questo contrasta con lo spirito vero dello sport, che deve essere un patrimonio di tutti e per tutti».

Ci sta che tra allenatori ci si incontri, ed è successo anche a Luca Zavatti e Marco Ghirotto, che si sono intesi al volo sul modo di interpretare lo sport e la vita, e un paio di mesi fa, a settembre, hanno dato vita alla Scuola Calcio Fair Play Latina, una compagine inedita fino a ieri, il cui scopo è quello di portare ragazzi con disabilità all'interno delle squadre di calcio dove i normodotati imparano a tirare calci al pallone.

«Oggi abbiamo circa 50 bambini normodotati che si allenano e giocano in diverse strutture sportive alle quali ci appoggiamo – spiega Marco Ghirotto – E con loro ci sono anche alcuni ragazzi con diverse disabilità, oltre che ragazzini provenienti da famiglie con difficoltà economiche».

Zavatti e Ghirotto hanno recentemente ottenuto l'uso del campo di calcio di via Helsinki, dove non c'è ancora l'energia elettrica, e lo stanno rigenerando per farne la base della loro scommessa sportiva e sociale. In più sono ospiti del Park Hotel dove possono utilizzare due campi di calcio a 5, e ospiti del campo di calcio di Borgo Piave.

«La nostra scuola calcio è innanzitutto inclusiva, e poi gratuita – spiega Luca Zavatti - Non chiediamo quote di iscrizione e nemmeno di frequenza. Ci aiutano degli sponsor che condividono le nostre finalità, e se qualcuno dei genitori dei nostri ragazzini vuole e può permetterselo, può offrire un contributo volontario. Quello che importa è che ciascuno faccia la propria parte, a partire dal campo di gioco. E noi facciamo sul serio. Tireremo su delle squadre fortissime».

Nella Scuola Calcio Fair Play Latina, sono già approdati dei ragazzini che per svariati motivi si erano visti rifiutare l'ingresso altrove: oggi giocano, si divertono e danno il loro prezioso contributo sportivo alla squadra di cui sono parte. I ragazzini con disabilità sono itineranti, nel senso che Luca e Marco li accompagnano sui diversi campi di gioco, dove condividono ogni volta esperienze diverse, fanno nuove conoscenze e vengono accolti come una risorsa.

«Qualche settimana fa – spiega Marco Ghirotto - una mamma ha accompagnato da noi uno dei suoi figli per iscriverlo alla scuola calcio, e piena di soddisfazione e un po' commossa ci ha raccontato che si era vista costretta a dire no a tutte le richieste dei figli che volevano praticare chi uno sport chi l'altro, perché non aveva abbastanza denaro per pagare tutte le rette. Quando ha saputo che da noi il figlio avrebbe potuto giocare gratis, quella mamma ha potuto iscrivere la figlia alla scuola di danza che voleva assolutamente frequentare».

Nei giorni scorsi Luca e Marco sono stati contattati dalla nazionale paralimpica di calcio che ha chiesto loro di poter avere degli incontri con i loro ragazzini con disabilità. Il sostegno economico per le spese di viaggio e le trasferte saranno a carico della nazionale. Zavatti e Ghirotto non si sono tirati indietro e si stanno già organizzando per la loro prima trasferta.

Correre dietro a un pallone è una faccenda per tutti. Rincorrere un sogno è altro. Marco e Luca lo stanno facendo, e con grandi risultati, considerando che sono partiti soltanto da un paio di mesi. Hanno già incontrato otto sindaci della provincia di Latina ai quali è stato chiesto di istituire un assessorato al Fair Play, per favorire il sistema di penetrazione nella scuola e nella società civile del messaggio che questa nuova scuola calcio va diffondendo: nella vita di ciascuno c'è posto per tutti, e nella vita di tutti deve esserci posto per chi corre meno veloce degli altri.

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