La Regione dice no al progetto di discarica nell'area di via Savuto (La Cogna) della Paguro. Con una nota del direttore Vito Consoli l'area regionale Aia ha espresso infatti: «parere non favorevole» al piano presentato nell'autunno 2019 dalla società controllata dalla Rida Ambiente, una proposta più articolata di quella avanzata nel 2016 che prevede la bonifica del sito inquinato (da ignoti) dell'ex cava di La Cogna e poi la realizzazione di un deposito da 660 mila metri cubi per ospitare i rifiuti rimossi (circa 65 mila mc) ma anche per i sovvalli provenienti dall'impianto Tmb. Un piano che prevede dunque di finanziare la bonifica di un'area attraverso la realizzazione di un invaso dieci volte più grande, un'idea che ha sollevato subito le contestazioni del Comune di Aprilia e i dubbi di alcuni enti come l'Arpa. E proprio questi aspetti vengono presi in considerazione del direttore dell'area regionale Aia, che esprime parere negativo: «in piena condivisione con quanto espresso da Arpa Lazio».
Nello specifico, la nota emessa dal dirigente Consoli focalizza l'attenzione su due aspetti sollevati nei mesi scorsi da Arpa Lazio ritenuti «pienamente ostativi al prosieguo dell'iter autorizzativo» anche dagli uffici dell'amministrazione regionale. Il primo riguarda la tipologia di intervento. «L'allestimento e l'esercizio della discarica - spiega il direttore - non possono essere ricondotti alla tipologia di impianti richiamati all'articolo richiamati all'articolo 242 del D.lgs 152 del 2006 in quanto gli impianti e le attrezzature necessarie sono riferite al progetto definitivo di bonifica e, nel caso specifico, l'attività esubera dalla questioni legate al rinvenimento dei rifiuti nel sito e tutte le pratiche correlate a tale evento, ma si configura come un vero e proprio impianto in discarica in conto terzi, sia per volume che per gestione dei rifiuti».
Ma soprattutto anche la direzione regionale Aia si concentra sulla sproporzione tra la quantità di rifiuti rimossi dal sito inquinato che saranno ospitati nel deposito rispetto agli altri (i sovvalli) che saranno abbancati nella stessa area. «A nostro parere - continua Consoli - l'opera non ricade nella casistica espressa dall'articolo 242 ter c.1, in quanto costituita da una discarica che solo in minima parte sarà deputata a ricevere i rifiuti risultanti dalle attività di bonifica del sito e quindi a essa funzionale. La quasi totalità dei lotti previsti invece sono deputati all'abbancamento dei rifiuti conto terzi non originati dalle operazioni di bonifica».
Da qui l'emissione di un parere non favorevole in seno alla conferenza dei servizi, una bocciatura del progetto che insieme ai «no» già espressi dall'Arpa Lazio, dalla Soprintendenza Paesaggio, Archeologia e Belle Arti (seppur impugnati dalla Paguro) e dal Comune di Aprilia, potrebbe rappresentare la pietra tombale all'ipotesi di un invaso nell'area di via Savuto. Una bocciatura che sarebbe accolta con soddisfazione dai tanti cittadini e dalle associazioni che hanno presentato osservazioni per contrastare il piano.