Il marchio «Zara» sbarca nel capoluogo con un punto vendita all'interno di Latina Fiori. Si tratta del primo dei molti cambiamenti in quel centro commerciale e in generale nell'assetto del commercio in città dopo l'addio del gruppo Pam, che aveva nella struttura di viale Nervi una storica sede. Ci sono voluti sei mesi per modificare una serie di tasselli dentro al centro commerciale con ricadute sia sui livelli occupazionali che nell'offerta. La multinazionale del settore tessile verrà ospitata al piano superiore del centro, dove adesso si trova un negozio di giocattoli che a sua volta si trasferirà al piano interrato. Lo spazio che è stato dell'ipermercato Panorama quasi certamente sarà rilevato dal marchio Conad che aggiunge questo punto vendita agli altri dislocati in diversi quartieri della città. Cambia dunque radicalmente lo scenario e con esso gli interlocutori che si erano ipotizzati circa un anno fa, quando era divenuta irrevocabile la scelta del gruppo Pam di lasciare Latina e al tempo stesso proprio i vertici di Panorama avevano proposto l'ingresso di una loro società di fiducia, la «Leale srl» titolare di un altro ipermercato a Cisterna di Latina.

La trattativa aveva previsto in un primo momento il salvataggio in continuità di tutti i posti di lavoro, ossia il riassorbimento immediato da parte di «Leale srl» dei 70 dipendenti del punto vendita. Trattativa poi saltata ed è seguito l'avvio della procedura di cassa integrazione a zero ore per tutti in attesa, appunto, della stipula di un contratto con il nuovo gestore. L'apertura dei nuovi punti vendita dentro il centro commerciale è prevista per la prossima primavera e in questo lasso di tempo si muoverà a latere la richiesta dei sindacati di categoria degli ex dipendenti di Panorama perché possano rientrare, per quanto questa clausola non sia inserita nel verbale che ha dato il via libera all'applicazione della cig. Come è noto sul fronte dell'occupazione il rapporto tra il gruppo Pam e il lavoratori ha avuto una coda avvelenata, caratterizzata persino da una condanna per comportamento antisindacale, emessa per la prima volta dalla sezione lavoro del Tribunale a febbraio scorso, in relazione alle violazioni delle regole vigenti in caso di sciopero che vietano la sostituzione dei lavoratori in astensione per sciopero.

Quello in essere in queste settimane non è dunque soltanto la fase preliminare della metamorfosi di quel centro commerciale, dopo la chiusura del supermercato col quale negli anni si era identificato, è in realtà l'inizio di una nuova era del commercio. Sullo sfondo, in quanto non coinvolti direttamente nella firma dei contratti, ci sono i cassintegrati che sperano in una accelerazione e nella riapertura in tempi brevi del supermercato per uscire dalla cig; e poi ci sono gli altri operatori commerciali che hanno subito l'effetto collaterale (negativo) della chiusura del supermercato a luglio scorso. Va detto che negli ultimi tre anni, prima del covid, anche altre strutture interne al centro avevano chiuso o modificato il loro asset. La prova ultima che i centri commerciali avevano alcune difficoltà ancor prima del covid per come erano stati concepiti ormai più di trent'anni fa. Latina Fiori ha aperto i battenti nel 1994 nell'ambito di un quartiere pensato in origine come lo spazio dei servizi pubblici e privati di Latina, una sorta di area direzionale, dove in seguito hanno trovato posto anche il commercio e residenze private pur restano in loco uffici importanti come la Asl e il giudice di Pace.