La battaglia sulla legittimità totale dell'ultimo voto amministrativo ha una sua data cruciale ed è l'udienza fissata dal Tar per il prossimo nove febbraio, dove i ricorrenti si presentano con un ricorso pieno zeppo di numeri. E l'amministrazione, in carica grazie a quei voti, controdeduce snocciolando una lunga serie di riferimenti circa la legittimità e la correttezza delle operazioni sia di scrutinio che di calcolo dei voti. Si tratta di un braccio di ferro che ha un che di già visto, anzi di sovrapponibile con quanto accaduto esattamente dieci anni fa. Allora i ruoli erano ribaltati: il Partito Democratico invocava il riconoscimento di un numero di voti tali da mettere in dubbio l'elezione al primo turno di Giovanni Di Giorgi, il candidato vincitore per conto del centrodestra. Ma le osservazioni erano simili e in fondo il sistema elettorale è identico, così come, al netto dei dettagli, le contestazioni. L'altra volta furono settecento i voti in più che però in quel caso scongiurarono il ballottaggio. Ed erano circa 2600 le schede annullate. Con quei numeri il Partito democratico di Latina presentò ricorso al Tar all'indomani delle elezioni comunali del 15 e 16 maggio 2011, quelle che videro la prevalenza del Pdl per una manciata di voti dopo due giornate di operazioni contrastatissime, al pari dello spoglio che decretò la vittoria del consigliere regionale di centrodestra Giovanni Di Giorgi (eletto con il 50,96%) al primo turno, appunto.
Il Tribunale amministrativo di Latina dichiarò allora fondato il ricorso presentato dallo sfidante Claudio Moscardelli ( che ottenne il 35,51% dei voti), ed i giudici, per verificare il tutto, disposero l'acquisizione dei verbali dei seggi contestati e l'esito del procedimento in fase istruttoria fu notificato a tutti i 785 candidati al consiglio comunale. E' solo un precedente storico e non tecnico ma in fondo è ciò che ci si attende, dalla parte dei ricorrenti, dall'udienza del 9 febbraio 2022 nella quale verrà esaminato il ricorso elettorale presentato dall'avvocato Tony De Simone a nome di due candidati consiglieri non eletti alle amministrative di Latina e di un elettore. Tutti e tre lamentano una serie di vizi gravi nelle operazioni di scrutinio del voto del 3 e 4 ottobre scorsi, avendo rilevato in almeno trenta sezioni elettorali la mancata corrispondenza tra il numero di schede vidimate, quelle non vidimate e il numero dei voti espressi in ciascuna di quelle sezioni. Si tratta di una circostanza che laddove confermata comproverebbe nel migliore dei casi la presenza di un'abnorme serie di errori nel conteggio delle preferenze, tale da falsare il risultato della competizione elettorale. Dunque si va ad esaminare il segmento afferente la prima parte della competizione elettorale, quella che poi ha prodotto il risultato utile al secondo turno, il cui risultato ha prodotto il ballottaggio tra damiano Coletta, poi eletto sindaco e Vincenzo Zaccheo che era in testa al primo turno e molto vicino a vincere se avesse ottenuto altri 800 voti.