L'erosione, certo. Ma anche le concessioni balneari. Due temi portanti per Latina e soprattutto per lo sviluppo del lungomare. Se non saranno affrontati, il rischio è di vanificare potenzialità esistenti e investimenti già effettuati. E' questo, in sintesi, il succo del ragionamento che in questo inizio d'anno fa il consigliere comunale di Fratelli d'Italia Gianluca Di Cocco. «La nostra città, come poi l'intera provincia di Latina, è interessata da anni dal problema dell'erosione della costa - ragiona Di Cocco - Le continue mareggiate, i cambiamenti climatici ma anche l'assenza di interventi strutturali che riescano a porre argine al problema, hanno portato a una costante riduzione della linea di costa, con le conseguenze tremende per l'economia del mare. Stabilimenti, chioschi, bar, ristoranti: tutti sono danneggiati da questa situazione. Purtroppo le istituzioni regionali e locali, nel corso degli anni, si sono limitate a interventi tampone, che hanno solo cercato di risolvere stagionalmente il problema senza pensare a soluzioni strutturali, in grado di evitare il ripresentarsi dello stesso anno dopo anno. Adesso è il momento di invertire la rotta e di impegnarsi a fondo. Vengono chiesti continui investimenti e sacrifici ai privati che hanno in concessione strutture sugli arenili, adesso addirittura si nega loro la proroga delle concessioni rimandandoli a una gara, quando in passato sono stati proprio loro a garantire, con le loro risorse, interventi di ripascimento della costa in assenza di quelli istituzionali».

Alla questione erosione si lega in modo indissolubile anche quella delle concessioni balneari. Nei giorni scorsi il Comune di Latina ha disposto una proroga fino al 2023, seguendo le indicazioni della recente sentenza del Consiglio di Stato sulla direttiva Bolkestein. «Mettere a gara le concessioni balneari come vorrebbe l'Unione europea significa lasciare nelle mani di gruppi stranieri le nostre coste, provocando il fallimento di numerose aziende, spesso a conduzione familiare, con conseguenze enormi dal punto di vista sociale. Credo che questi aspetti siano troppo spesso sottovalutati. Ci sono altri Paesi in cui la direttiva non viene applicata, per questo ritengo che sia necessaria una soluzione politica. Salvaguardare quegli operatori che hanno gestito fino a oggi, con investimenti notevoli dal punto di vista economico e ritorni per la comunità per quel che riguarda l'occupazione. Questo è un settore che va salvaguardato, non ucciso come si sta tentando di fare. Ci batteremo in Consiglio comunale affinché ci sia la massima tutela per i balneari di Latina». Poi Di Cocco ricorda come «martedi 4 gennaio presso il Ministero del Turismo ci sarà il secondo incontro tra il governo e tutte le associazioni, per la difesa della legge 145. Legge snobbata dal comune di Latina, ma che adesso, con una sentenza, che non è una legge ha prorogato al 2023».