La conferenza dei servizi per valutare il progetto per bonificare il sito inquinato di La Cogna e realizzare una discarica dieci volte più grande in quei terreni riserva un clamoroso colpo di scena, purtroppo negativo per i cittadini della zona che da oltre un anno stanno conducendo una battaglia contro la proposta della Paguro.
Il 31 gennaio è infatti arrivato il parere del Comune di Ardea sul progetto, un provvedimento firmato dal dirigente Emanuele Calcagni che sostanzialmente dà parere favorevole. Un «voltafaccia» clamoroso da parte dell'amministrazione comunale confinante con La Cogna (che si trova nel territorio di Aprilia), che nel 2017 si dichiarò contraria al primo progetto di discarica e che poi nel 2021 ha avanzato critiche alla nuova proposta della società di bonificare l'area inquinata 30 anni fa da ignoti tramite la creazione di un deposito da 660 mila metri cubi, per ospitare non solo i rifiuti rimossi (circa 65 mila mc) ma anche i sovvalli provenienti dall'impianto Tmb. «Siamo venuti a conoscenza di un grave inquinamento che ha interessato l'area dove insiste la discarica di Roncigliano di Albano Laziale, limitrofa al nostro Comune»: si legge nel parere del dirigente Calcagni che poi continua scrivendo: «Un sito che presenta i medesimi rischi ambientali (se non addirittura peggiori, considerato che si tratta di area ex cava poi adibita a discarica abusiva priva di qualunque controllo) è quello presente sul territorio di Aprilia, anch'esso limitrofo al nostro Comune, per la quale la società Paguro ha proposto la bonifica (non avvenuta in oltre trent'anni da parte di nessuna amministrazione). Alla luce di quanto rappresentato, non si intravedono motivi ostativi all'iniziativa, al fine di evitare che la perdurante situazione di inquinamento possa interessare anche le aree limitrofe e le falde dell'intero territorio».
Una posizione che tuttavia contraddice non solo quanto affermato dal Comune di Ardea nel 2016 ma pure quanto sostenuto dalla giunta Savarese, solo pochi mesi fa, nel corso della seconda conferenza dei servizi. A luglio del 2021 infatti l'amministrazione di Ardea, tramite l'assessore ai Beni Culturali Sonia Modica, intervenne nella seduta per sottolineare come gli: «interventi sul sito, in caso di stoccaggio, andranno a implicare ricadute d'ordine ecosistemico (forte presenza d'acqua nell'area e ricadute microclimatiche, con un intervento di proiezione biennale) e fruitivo (incidenza di fonti odorigene) sull'area dei Giardini della Landriana a circa solo 1 km di distanza».
Un intervento che lasciava presupporre un altro «no», perciò la nuova posizione del Comune di Ardea appare per certi versi inspiegabile, ma soprattutto ha causato la dura reazione del sindaco di Aprilia Antonio Terra. «Onestamente mi chiedo se il dirigente che ha rilasciato il via libera abbia letto tutti gli atti della conferenza e il parere degli altri enti preposti, che in larghissima parte sono negativi. Ho l'impressione - afferma Terra - che ci troviamo davanti a un documento raffazzonato, che non tiene conto del precedente no del Comune di Ardea». E appare evidente che la maggioranza civica di Aprilia ora pretenderà un chiarimento dalla giunta pentastellata guidata da Mario Savarese, visto che l'atto ha scatenato un duro incidente diplomatico.
Ma al di là di questa posizione restano alte le possibilità che la conferenza bocci il progetto, anche in virtù dei pareri negativi (in alcuni casi impugnati) pronunciati nei mesi scorsi dall'Arpa Lazio, dalla Soprintendenza del Ministero Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, della direzione regionale Aia e del Comune di Aprilia.