L'Archivio di Stato di Latina in una parte dei 3800 metri quadrati della sede dell'ex Banca d'Italia che il Comune acquisterà per farne degli spazi per i giovani e le associazioni locali. La proposta arriva da Agostino Attanasio, direttore dell'archivio dal 2001 al 2006, e fu già avviata nel 2019 quando ci fu uno scambio formale tra Archivio di Stato di Latina, direzione generale degli archivi e Comune di Latina (che si mostrò favorevole all'idea) proprio per verificare la fattibilità di un trasferimento di questa istituzione in Piazza della Libertà per spostarla dalla periferia (in via dei Piceni) nella quale si trova oggi, in uno stabile affittato a un privato. Una prospettiva, tra le molte dipanate nel flusso del dibattito di questi giorni, forse più concreta e allettante di altre per ragioni economiche e culturali e che non precluderebbe altri usi ipotizzati dal Comune. «Nei cinque anni in cui diressi l'Archivio di Stato di Latina - spiega Attanasio - tentai diverse strade per trasferire nel centro storico della città quell'Istituto, dislocato dal 1992 in una sede funzionale ma davvero troppo periferica e sprovvista di un servizio di trasporto pubblico. Allora non vi riuscii, ed è per questo motivo che ritengo di dover intervenire ora nella discussione, anche perché dal 2006 in poi ho maturato una certa esperienza nel settore, prima come coordinatore del workshop ‘Fare sedi' nell'ambito della Seconda conferenza nazionale degli archivi (Bologna 2009), poi come soprintendente dell'Archivio centrale dello Stato (140 km di carte)». A favore dell'uso congiunto dell'ex Banca d'Italia da parte dell'Archivio di Stato e del Comune di Latina ci sarebbero diversi elementi, a partire da quello di carattere economico-finanziario «che - prosegue Attanasio - un'attenta e avveduta Amministrazione pubblica non dovrebbe mai tralasciare (lo pagherebbero i cittadini in termini di maggiori imposte comunali o di minori servizi pubblici). È noto infatti che l'Archivio di Stato si è dichiarato disponibile a concorrere indirettamente al costo di acquisto dell'ex Banca d'Italia: occupando solo una metà di quell'immobile, l'Archivio corrisponderebbe al Comune di Latina, con un contratto di affitto di lungo termine, un canone che, tradotto in termini di rata annuale di un mutuo, sarebbe sufficiente a coprire, all'incirca, 3 milioni di euro». E poco più di 3 milioni di euro è proprio la somma che il Comune deve spendere per acquisire i 3800 metri quadri, di cui 3300 di superficie commerciale, della banca d'Italia. L'ente potrebbe dunque rientrare nella spesa e l'Archivio di Stato pagare il suo affitto ad un soggetto pubblico anziché a un privato per una sede prestigiosa e funzionale.