L'ultimo rapporto dell'Istat sul censimento della popolazione è stato chiaro: tutta l'Italia è investita da un crollo demografico che non sembra voler accennare a fermarsi. E la provincia di Latina non fa eccezione: tra la costa e i Monti Lepini si conta una media di sette nuovi nati ogni 1.000 abitanti, con il 29,3% di culle in meno rispetto a vent'anni fa.
Le cause? Una crisi economica iniziata nel 2009 e che ha progressivamente tolto garanzie ai giovani, i quali trovano difficoltà a diventare indipendenti e a metter su famiglia. Uno stato di precarietà alimentato dalla pandemia, ma che ha causato anche l'acuirsi di un altro fenomeno, ossia quello dell'esodo di giovani e non che cercano fortuna altrove, nelle grandi metropoli o all'estero.
In questo scenario, se da una parte si contano sempre meno nascite, dall'altra si impone un ormai costante flusso di trasferimenti verso altri lidi. Basti pensare che, soltanto nel capoluogo, ogni mese ci sono oltre 200 persone che dicono formalmente addio alla città.
Nel mese di settembre 2021, dati Istat alla mano, a fronte di 79 nuovi nati, si contano 215 persone che si sono trasferite dalla città in altri Comuni italiani, più altre 51 che si sono avventurate all'estero. E la situazione nei mesi precedenti non è migliore: a giugno 2021 si contano 198 trasferimenti (159 in altri Comuni e 39 all'estero) a fronte di 71 nati; a marzo 2021 se ne sono andate 219 persone (171 in altri Comuni e 48 all'estero) a fronte di 58 nati.
Andando un po' indietro, nel 2020, si vede come nel mese di ottobre ci siano stati addirittura 213 trasferimenti in altri Comuni e 84 all'estero, per 80 nuovi nati.
Dati che, al netto delle naturali variazioni, restano sempre nel range dei 200 trasferimenti, fatta eccezione per il periodo della pandemia: ad aprile e marzo 2020 si registra il minor numero di trasferimenti, pari rispettivamente a 163 e 124 unità.
C'è però da chiarire un elemento: questi riportati non sono numeri effettivi delle partenze, bensì delle comunicazioni inviate alle autorità relative ai trasferimenti, che potrebbero arrivare anche con importanti ritardi. Questo significa che i valori potrebbero dunque essere più importanti: si presume che non tutti facciano richiesta di cambio residenza o domicilio una volta lasciata la città, così come c'è chi pensa di farlo ma soltanto dopo aver passato un po' di tempo fuori casa per vedere come vanno le cose. C'è da aggiungere che l'Istat deve ancora aggiornare il tasso migratorio al 2021, ma i numeri sembrano essere costanti rispetto agli anni scorsi: il saldo migratorio interno (ossia chi si trasferisce da altri Comuni italiani a Latina) è in negativo dal 2017 al 2020, mentre quello con l'estero (chi da fuori Italia viene a vivere a Latina) è sempre stato in positivo. Come accaduto in tutta la nazione, durante i primi lockdown, i movimenti hanno subito una notevole diminuzione, per recuperare subito dopo con le riaperture. «Le ripercussioni sono state molto più rilevanti sui movimenti migratori internazionali - spiega l'Istat nel rapporto annuale pubblicato poche settimane fa - Il tasso migratorio estero, seppure positivo in tutte le ripartizioni, si riduce in modo consistente rispetto al 2019 (1,5 per mille a livello nazionale nel 2020 rispetto al 2,6 per mille del 2019). Il decremento maggiore si registra nel Nord-ovest (dal 3,5 per mille all'1,8 per mille) mentre le Isole, con lo 0,5 per mille, si attestano su valori simili a quelli del 2019».