Si è svolta ieri mattina in modalità mista, per la prima volta anche in streaming, la Conferenza dei sindaci dell'Ato 4 con all'ordine del giorno le comunicazioni del Presidente Gerardo Stefanelli sui progetti per il recupero delle dispersioni idriche nel servizio acquedotto, utilizzando i fondi del Pnr; l'esame delle circostanze che influenzeranno in maniera significativa le tariffe per le annualità 2022 e 2023; la nomina dei componenti dell'Ufficio di Presidenza dell'Ente di gestione dell'Ato4.
Hanno partecipato i rappresentanti di 29 Comuni, pari al 68,42% della popolazione servita, che hanno eletto all'unanimità l'Uffici odi Presidenza del quale fanno parte, oltre alla Provincia e al Comune di Latina (di diritto), i Comuni di Bassiano, Norma, Cisterna, Fondi, Terracina e Amaseno.
Il nodo cruciale della riunione di ieri è stato quello della illustrazione dei fattori che influenzeranno il tariffario a partire dall'annualità 2021. Il Presidente Stefanelli ha spiegato che andrà affrontato innanzitutto l'aumento del costo dell'energia per un ammontare di 9 milioni di euro per il 2021 e di 18 milioni di euro per il 2022, un dato che da solo è in grado di determinare un aumento del 20% della tariffa attualmente praticata all'utenza del servizio idrico integrato.
A fare da freno su questo versante c'è l'Arera, l'agenzia che regola le tariffe, che vieta di caricare sulle bollette non più di 5 milioni ad annualità per i costi energetici, il che significa che gli utenti dell'Ato 4 dovranno affrontare in 4 distinte annualità sulle bollette il peso degli aumenti dei costi energetici, a patto che gli aumenti si attestino sui valori attuali. Ma è azzardato ritenere che la situazione resti quella di adesso, soprattutto alla luce di quanto sta accadendo in questi giorni.
Ma i problemi non finiscono qui. Gerardo Stefanelli ha infatti aggiunto ieri che vi è una serie di ulteriori fattori di aggravio che pesano sulle bollette future: una sentenza del Tribunale che chiude la controversia decennale tra Ato 4, Acqualatina e Consorzi di Bonifica per circa 12 milioni di euro da restituire ai Consorzi. C'è poi un debito di Acqualatina nei confronti dei Comuni per 2,8 milioni, nei confronti della Provincia per quasi 13 milioni e nei confronti della Segreteria Tecnica Organizzativa per 4,3 milioni.
A tutto questo fa da contorno la morosità degli utenti che alla data del 31 dicembre 2021 è attestata intorno ai 157 milioni di euro. Alla fine dei conti, nel migliore dei casi e a condizione che i Consorzi di Bonifica accettino di riscuotere il loro credito a rate con una dilazione decennale, la prossima bolletta che riceveranno gli utenti dell'Ato4 subirà un aumento dell'8,5%, e sarà soltanto l'avvio di una dura stagione che andrà avanti per anni.