Julia e Viktoria sono due sorelle e con loro c'è Zlata, la figlia di Julia. Tutte e tre sono appena arrivate a Latina, dall'Ucraina. Sono riuscite a fuggire dalla guerra. Hanno lasciato Mykolai qualche giorno fa, quando ormai i bombardamenti si stavano facendo strada. Hanno raggiunto Leopoli in auto, poi sono arrivate a piedi camminando per oltre 30 chilometri fino alla frontiera, lì sono salite su un pullman che le ha portate fino a Cracovia. Nella capitale polacca sono rimaste per 24 ore, prima di salire su un aereo che le ha portare a Roma. Da mercoledì sera sono a Latina, ospiti di un «amico italiano che vive qui», ci hanno raccontato. E di buon ora ieri mattina si sono ritrovate in via Terenzio, davanti alla sede dell'associazione L'Approdo dove si raccolgono i beni da inviare in Ucraina. Si sono messe subito a disposizione per aiutare i propri connazionali: «Non abbiamo dormito, non ci riusciamo più, la notte è tremenda più del giorno ormai». Sono riuscite a mettersi in salvo, ma il loro pensiero è rivolto alla propria terra, ai familiari, agli amici che sono rimasti in Ucraina e rischiano la morte ogni giorno. E che sono rimasti senza cibo. Abbiamo chiesto loro di raccontarci qualcosa di quello che hanno vissuto; ci hanno provato, ma poi Zlata ha abbassato gli occhi e si è defilata, la mamma si è allontanata insieme a lei: se l'è portata tra le braccia, hanno pianto. Viktoria, la più grande delle tre, ha provato a spiegarci qualcosa. «Putin è un assassino - ha detto - In Ucraina ci sono bambini che stanno morendo di fame perché non c'è più nulla da mangiare. Su Mykolai arrivano le bombe, è una strage».