Tessere sanitarie provvisorie, tamponi e vaccini. Ecco la scaletta segnata in evidenza anche nell'agenda della Asl di Latina che, come le altre Aziende sanitarie locali, attende l'arrivo massiccio degli ucraini in Italia ed è pronta a un'accoglienza che non potrà prescindere dalle misure anti-Covid. «Lunedì faremo il punto in azienda - ha annunciato ieri il responsabile del Dipartimento di prevenzione della Asl pontina Antonio Sabatucci - e poi studieremo il piano d'azione con Prefettura e sindaci. Solo con un efficace coordinamento potremo reggere anche a questa nuova emergenza. Non va dimenticato che si sta parlando di un Paese che, ad oggi, ha raggiunto solo il 35% di vaccinati».

Il Ministero della Salute, nel frattempo, ha emanato una circolare per coordinare il lavoro di Protezione civile e Regioni. L'assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D'Amato, ha spiegato che «non si potrà rincorrere gli ucraini con la siringa in mano» ma che sarebbe opportuno un coordinamento a livello europeo per fornire i vaccini nei paesi di primo ingresso. «Ci sono otto punti dove i profughi si raccolgono, tra Polonia, Romania, e gli altri paesi limitrofi - ha sottolineato D'Amato -. Ci sono team di medici del Lazio pronti a partire. Lì potremmo allestire degli ospedali da campo, oppure appoggiarci a quelli già esistenti, e vaccinare e tamponare gli ucraini che vogliono venire in Italia. Possiamo portare farmaci, dare supporto alle famiglie. Ma tutto deve rientrare in un'azione coordinata».