«Affondati dal caro gasolio». Così recita uno degli striscioni preparati dai pescatori di Terracina, che questa mattina decretano lo stop della pesca al largo, presentandosi davanti alla Capitaneria di Porto di Terracina per riconsegnare, simbolicamente, i documenti. Dopo gli autotrasportatori, anche i pescatori decidono di alzare l'asticella della protesta per urlare una crisi che sta attanagliando il settore da quando il costo del carburante è schizzato. Un problema sentito in tutta la penisola, che cresce inesorabilmente da circa un anno, e che con la guerra dichiarata dalla Russia all'Ucraina, è diventato insostenibile. Ne parliamo con Paride Marzullo, presidente della cooperativa La Sirena, una delle due cooperative che raccoglie e organizza la flotta terracinese.
«I costi sono diventati insostenibili» ci dice «conviene lasciare i pescherecci fermi piuttosto che lavorare».