La guerra in Ucraina e le sanzioni alla Russia hanno determinato l'aumento di prezzi di diversi prodotti a partire da gas e carburante. «I prezzi della benzina in modalità servito hanno sfondato la soglia dei 2,1 euro al litro. Una escalation dei listini dei carburanti che – spiega il Codacons – risente del conflitto in Ucraina e delle tensioni sulle quotazioni internazionali del petrolio. Siamo in presenza di una vera e propria emergenza perché i rincari non solo aggravano la spesa per i rifornimenti di carburante di famiglie e attività produttive, ma hanno effetti diretti sui prezzi al dettaglio, considerato che l'85% della merce viaggia su gomma».
Il prezzo medio della benzina ha raggiunto i 2,024 euro/litro, il diesel servito è aumentato a 1,904 euro/litro con punte fino a 1,974 euro/litro negli impianti più cari. Il GPL servito è a 0,821 euro/litro, mentre il metano servito ha raggiunto i 1,795 euro/kg.

Da segnalare i rincari ancora più alti sulle strade a percorrenza veloce. La soglia psicologica, quella dei due euro al litro, è stata quindi superata. Ormai trovare un distributore sotto l'euro e otto è una sorta di miraggio. E caro bollette, caro materie prime, e caro carburanti vanno di pari passo. Nelle ultime due settimane, da quando il conflitto russo ucraino è esploso con violenza «sembra che sia in corso, da parte dei clienti, una sorta di accaparramento del prodotto – sostengono alcuni benzinai del capoluogo - Fanno più spesso il pieno e talvolta arrivano con le taniche per fare il rifornimento. Sembra che temano la penuria di carburante nei prossimi tempi».
Effetto domino sulla filiera


I prezzi schizzano alle stelle. E pensare che solo a gennaio il prezzo era 1,764 e, a gennaio 2021, 1,465 euro al litro. Il gasolio ha subito una crescita molto simile: 1,338 a gennaio 2021 e 1,796 a febbraio. Lo spettro di ulteriori aumenti e di trovarsi, improvvisamente fra qualche giorno, senza benzina da comprare, spinge quindi gli automobilisti a preferire il pieno di benzina rispetto al classico «mi faccia venti euro» e la tanica trasportata in bagagliaio di notte per tenere il prezioso carburante. Per i trasportatori, che di lavoro viaggiano su gomma durante l'arco dell'intera giornata, il problema si fa ingente. «Quando arrivano i rincari possiamo solo pagare e andare avanti, ma il rischio è di ripercussioni future – fanno sapere dalle associazioni - Più i carburanti cresceranno, più dovremo caricare i costi sui committenti, che a loro volta li caricheranno sui consumatori. Che però non usano più l'auto, costa troppo, e si fanno consegnare la merce a casa». Il gasolio che impatta del 30% sulle spese delle aziende rende tutto più complicato. Se si ferma la logistica si ferma tutto il resto.