«All'improvviso mi sono ritrovato avvolto da una nube nera, ho inalato fumo, non vedevo più nulla, mi sono accasciato a terra e ho iniziato a vomitare; ho trovato la forza per rialzarmi e sono riuscito a raggiungere un luogo dove poter tornare a respirare. E' stato il momento peggiore: quando mi sono ripreso insieme al resto dell'equipaggio ho pensato solo a mettere in pratica tutto ciò che andava fatto». Gaetano Giorgianni racconta così quanto accaduto quando erano da poco trascorse le tre della notte tra il 17 e il 18 febbraio sulla Euroferry Olympia della Grimaldi Lines, la nave andata a fuoco al largo di Corfù. Il primo ufficiale di Borgo Sabotino è tornato a casa: sbarcato domenica al porto di Brindisi, è atterrato a Fiumicino nel pomeriggio e prima di sera ha potuto riabbracciare i suoi cari. Ad attenderlo la moglie Valeria e i figli Giulia e Alessio di 5 e 2 anni, con una maglia celebrativa: «Orgogliosa di te» c'era scritto sulla t-shirt indossata da Valeria, «Il mio papà è un eroe», su quella che avevano i bambini. La scritta «eroe», tutta colorata, l'abbiamo trovata anche all'ingresso di casa dove ieri mattina ci siamo recati per rendere il dovuto omaggio, anche noi, al primo ufficiale nato a Messina ma ormai pontino a tutti gli effetti. «Sono arrivato qui quando avevo 11 anni, ho frequentato la scuola media a Borgo Sabotino e poi ho deciso di dedicarmi allo studio della navigazione nella scuola di Gaeta. Lì è iniziato il mio percorso». Prima sui banchi, poi sulle navi. Perché la scelta di fare il marinaio? «Me l'ha trasmessa mio padre - ci ha raccontato Gaetano - Lui faceva tutt'altro ma i miei zii erano marittimi. In famiglia se ne parlava spesso. E così mi sono appassionato».