Si riaccende la battaglia sui fondi della Asl di Latina destinati all'assistenza territoriale per le persone con disabilità. Da mesi viene contestato il budget disponibile, considerato troppo basso per rispondere ai bisogni reali. Contestazioni che derivano dal fatto che l'azienda sanitaria (come tutte le altre) utilizza società e cooperative esterne per l'assistenza del persone disabili. Sono otto le aziende private che chiedono l'annullamento della delibera della Asl di Latina con cui è stato definito il «livello massimo di finanziamento per l'anno 2021 relativo all'acquisto di prestazioni di riabilitazione territoriale intensiva, estensiva e di mantenimento rivolta a persone con disabilità fisica, psichica e sensoriale».
L'istanza di annullamento verrà esaminata mercoledì dal Tribunale amministrativo di Latina in un procedimento nel quale oltre alla Asl vengono chiamati in causa la Regione Lazio e il commissario ad acta incaricato di valutare i livelli della prestazione. Lo stesso Tribunale a dicembre scorso aveva respinto la domanda di una sospensione immediata della delibera con cui l'azienda ha ripartito le somme. In questa vicenda si scontrano (o si incontrano) due aspetti della complessiva offerta dell'assistenza alle persone con disabilità. La prima riguarda l'ammontare complessivo dei fondi destinati a quel servizio, la seconda afferisce la ripartizione tra i soggetti che lo effettuano, in questo caso otto tra cooperative e società a responsabilità limitata. In estrema sintesi l'ammontare complessivo dei fondi non viene considerato sufficiente a rispondere ai bisogni del territorio e le ragioni sono molteplici.
C'entra qualcosa anche la stagione del covid, che ha inciso sull'offerta. L'intero pianeta del servizio di assistenza ha dovuto rivedere la sua organizzazione durante la pandemia. Vero è, altresì, che erano stati previsti programmi di implementazione del servizio sul territorio tali da non lasciare nessuno indietro. La pianificazione degli investimenti sull'assistenza per la disabilità viene fatta per triennio sulla base delle domande presentate all'azienda sanitaria locale e in base agli screening statistici territoriali della Regione. Ciò non basta a parametrare con precisione quante persone saranno effettivamente assistite.
In mezzo ci sono i soggetti intermedi che operano per conto della Asl e che adesso contestano alla base la legittimità della delibera che fossa il finanziamento per l'anno 2021. Un anno complicato sia sotto il profilo del monitoraggio che delle prestazioni. Per ora comunque la delibera resta efficace e la si sta applicando, bisognerà capire con quali argomentazioni Asl e Regione Lazio difenderanno le scelte fatte a novembre scorso e la relativa ripartizione del cosiddetto «acquisto di prestazioni», poiché ogni associazione e società che effettua il servizio viene pagato, appunto, a prestazione, la quale è modulata in base alle tabelle per singolo handicap fisico o psichico. Peraltro l'esito di questo contenzioso tutto basato sulla legittimità degli atti potrà incidere sulle scelte future e sul budget che verrà stabilito per il 2022, anno per il quale le prestazioni assistenziali sulla disabilità sono ovviamente già in corso.