Il caro-bollette fa impazzire i listini del caffè consumato al bar. Lo denuncia il Codacons, che ha realizzato uno studio sull'andamento dei prezzi medi della classica tazzina di espresso nelle varie città italiane, per verificare come il caro-bollette abbia influito sui listini praticati al pubblico.

In base agli ultimi dati ufficiali del Mise, il prezzo record dell'espresso si raggiunge a Bolzano, dove un caffè consumato al banco del bar costa in media 1,23 euro – analizza il Codacons – Al secondo posto in classifica, con una media di 1,20 euro, si piazzano Rovigo e Ravenna. Seguono a 1,19 euro Vicenza, Trento e Ferrara. Ben 25 città registrano nel nostro Paese un prezzo medio del caffè superiore a 1,10 euro. Trentino Alto Adige, Veneto, Emilia Romagna, Piemonte e Friuli le regioni italiane dove i prezzi risultano sensibilmente più elevati. Al sud e al centro Italia i listini registrati sono invece più bassi.

Da noi, il prezzo del caffè al bar viaggia ad una media di 1,02 euro: in provincia il prezzo di una tazzina di espresso registrato nella stragrande maggioranza dei pubblici esercizi supera 1 euro di appena un paio di centesimi; qualche attività lo ha portato leggermente su mentre qualcun'altra ha deciso di restare ancora ferma a 90 centesimi (pochissime in realtà). Insomma da noi i prezzi sono sì aumentati ma restando nei limiti, a differenza di molte altre città d'Italia. I prezzi generali del Paese – segnala il Codacons – hanno registrato una impennata a seguito dei forti rincari delle bollette di luce e gas, confermando le previsioni della Fipe che avevano annunciato per i primi mesi dell'anno ritocchi dei listini da parte degli esercenti, determinati dall'incremento dei costi energetici. E così, mentre l'Istat registra a marzo una inflazione per il comparto "ristoranti e bar" pari al +3,8% (nel confronto tra il periodo pre-rincari delle bollette - settembre 2021 - e febbraio 2022), si scopre che in molte città al di fuori del Lazio i rincari rendono il caffè degli italiani più "salato", e anche un ritocco di pochi centesimi determina un aggravio di spesa per i consumatori (gli italiani consumano al giorno 9,3 milioni di espresso).