Mercato chiuso ed un parco che è diventato off limits, dove le panchine sono ormai giacigli per senzatetto, mentre il pavimento e il prato vengono continuamente ricoperti di bottiglie di vetro e spazzatura. È questa la triste fine di via Don Morosini, area centralissima della città ma che, paradossalmente, sembra essere tra le zone più emarginate dell'intero capoluogo.
Soltanto recentemente, in Consiglio comunale, è stata approvata all'unanimità la mozione per la riqualificazione dell'area, proposta da Fratelli d'Italia e approvata con un emendamento condiviso con la maggioranza. Meglio tardi che mai, ma è anche vero che via Don Morosini sarebbe potuta essere già oggi un luogo completamente diverso e più funzionale. Infatti, nel 2013, un gruppo di giovani architetti di Latina, riuniti nel gruppo "OvunqueMente", ha vinto un concorso nazionale di idee promosso dal Rotary e relativo alla riqualificazione e all'arredo urbano. Insomma, un gruppo pontino ha vinto una competizione che ha visto in gara 262 partecipanti provenienti da tutta Italia, e lo ha fatto grazie ad un progetto che riguarda proprio via Don Morosini. Un evento che suscitò scalpore e che rappresentò una vera e propria iniezione di orgoglio per la città. Peccato che quel progetto, poi, è finito nel dimenticatoio. I ragazzi, infatti, vinsero la competizione sotto l'allora amministrazione Di Giorgi (Fratelli d'Italia), ma oltre ad un colloquio in Comune non ottennero altro. Anzi, per essere precisi, il progetto sembrava pronto per essere rispolverato dall'attuale sindaco Coletta, all'indomani della sua prima elezione nel 2016, tanto che i ragazzi furono invitati nuovamente in Comune dal neo primo cittadino. Peccato che si sia trattato di un dejavù di quanto accaduto già con Di Giorgi: quattro chiacchiere, una stretta di mano e nulla di fatto.
Ed è un peccato che il Comune non abbia sfruttato quell'iniziativa, che prevedeva la valorizzazione dell'area attraverso la connessione a piazza del Popolo, con l'obiettivo di potenziarne la centralità e rinnovandone l'arredo urbano, il colore e l'illuminazione. Sia chiaro: vincere la gara non significava obbligatoriamente vedere il proprio progetto realizzato dall'ente, ma che il Comune in questi nove anni abbia fatto cadere tutto nel dimenticatoio rappresenta un'occasione sprecata per la città.