E' passato un mese dall'ultima commissione lavori pubblici in cui si è parlato del teatro D'Annunzio e anche dall'annuncio della fine dei lavori nella struttura chiusa a fasi alterne da sei anni per una mancata sicurezza aggravata probabilmente da decenni di mancata manutenzione, ma il sipario non si è ancora alzato sulla fitta coltre di rinvii, ritardi e riaggiustamenti successivi che hanno caratterizzato questo capitolo complicato del versante amministrativo della città.
L'ultimo accenno al teatro lo ha fatto il sindaco Coletta nella conferenza stampa di due settimane fa nella quale ha spiegato che per questa struttura, per la quale si è speso alla fine 1,2 milioni di euro («l'errore di comunicazione è stato non rendersi conto di quanto c'era da fare» - ha detto il sindaco) si stava attendendo il sopralluogo dei vigili del fuoco per ottenere la Scia anti incendio mentre per i lavori della biblioteca (altra opera ferma da tre anni, stretta nella morsa di ritardi e burocrazia) ancora occorrevano 150mila euro inseriti nel Bilancio. La storia del teatro è stata infatti costellata di una serie infinita di lavori e interventi che si sono alternati alle prescrizioni dei vigili del fuoco per la Scia antincendio impiegando anni, anziché mesi, per essere risolta.
Oggi la questione è rimasta al punto di sempre, quello degli annunci e non della concretezza e si procede per iniziative slegate all'interno della maggioranza, come quella organizzata questo sabato da segreteria e gruppo consiliare del Pd dal titolo "Teatro: prospettive e gestione". Quella gestione da sempre rimasta un grande punto interrogativo che apriva varchi di possibilità sempre accennati e mai approfonditi da una forza politica e dall'altra. Latina Bene Comune ha proposto delle società benefit per gestire il teatro e due mesi di apertura dedicate alle associazioni con una nota maldestra e non concertata con la coalizione che ha suscitato diverse polemiche. Il Pd ha provato a rivendicare un ruolo guida sulla cultura e la gestione del futuro del Palacultura, ma la realtà più evidente oggi è che si viaggia ancora nell'incertezza più cristallina sia sui tempi di riapertura sia sull'organizzazione che verrà.