«La qualità del lavoro in agricoltura è alle basi dell'impegno di Confagricoltura. Ci siamo sempre battuti per cercare di contrastare caporalato, lavoro nero, fittizio nonché lo sfruttamento. Siamo convinti che i nostri collaboratori siano un capitale umano fondamentale per le imprese e lo abbiamo dimostrato con i numerosi avvisi comuni firmati con i rappresentanti dei lavoratori e i contributi forniti alle politiche e alle procedure per il controllo dell'immigrazione». Parole del presidente nazionale di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, nel suo intervento in chiusura della tavola rotonda dal titolo "Costruire un'alleanza territoriale per la qualità del lavoro in agricoltura", che si è tenuta ieri mattina a Cori.
L'appuntamento, organizzato da Confagricoltura Latina, ha visto presenti il Sottosegretario al Lavoro e alle Politiche Sociali, la senatrice Tiziana Nisini, la vicepresidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, l'onorevole Maria Spena, il vescovo Mariano Crociata, il viceprefetto Monica Perna e il presidente Censis Giuseppe De Rita.
I numeri dell'agricoltura
Ad aprire l'incontro, moderato dal giornalista Daniele Vicario, il presidente di Confagricoltura Latina. La sede dell'incontro è stato il Cincinnato Wine Resort, location tutt'altro che casuale, visto che si tratta di una delle 120 aziende pontine (sulle 12mila totali) iscritte alla rete Agricoltura di Qualità.
Due numeri importanti quelli appena citati, perché l'incontro di ieri ha voluto proprio accendere i riflettori su alcuni importanti dati del territorio pontino, che da una parte ha sempre vantato importanti produzioni sia in termini sia di qualità che di quantità, ma che dall'altra si è sempre dovuto confrontare con il dramma del caporalato. Ma quali sono le reali dimensioni e caratteristiche del settore in provincia di Latina? È questa la domanda che Confagricoltura Latina si è posta, quando ha deciso di affidarsi al Censis, con il supporto di UniCredit, per un nuovo approccio scientifico sul settore, le sue problematiche e le sue qualità.
Da qui i numeri dell'agricoltura in provincia: 12mila imprese per 21mila lavoratori, il 70% dei quali stranieri (è la percentuale più alta di tutta Italia), provenienti specialmente da India e Bangladesh. Una forza lavoro che genera un totale di 2,5 milioni di giornate lavorative ogni anno, la metà delle quali sono delegate (e di questa metà Confagricoltura ne rappresenta 700mila).
Lo spettro del caporalato
Queste cifre fanno capire quale sia la dimensione del settore agricolo in provincia e, di conseguenza, anche le possibilità che ha di proliferare il fenomeno del caporalato.
«Quello del lavoro nero è un fenomeno che va compreso e isolato», ha dichiarato il presidente Niccolini, che accende i riflettori su un tema importante: il caporalato è un problema serio che va affrontato adeguatamente, ma è errato pensare che il fenomeno abbia contaminato l'intero settore. D'altronde, l'illegalità non è l'unica criticità con cui il mondo dell'agricoltura deve fare i conti: tra queste c'è anche la crisi di manodopera a cui le imprese cercano di far fronte, senza essere sostenute concretamente.
Un tema condiviso anche dal presidente del Censis, Giuseppe Di Rita: in merito al tema del caporalato, la provincia di Latina viene definita in una "zona grigia", dove il problema è reale, ma si può ancora recuperare. Basti pensare che, nell'ultimo anno, le forze dell'ordine sono state impegnate in ben 3.500 operazioni contro il caporalato in tutto il territorio italiano e di queste solo il 2% ha riguardato la provincia di Latina.
La nuova alleanza
Proprio dal confronto è scaturita la proposta di istituire un coordinamento tra associazioni datoriali, sindacati dei lavoratori, rappresentanti istituzionali. Attraverso la concertazione, seguendo anche la linea tracciata nell'ambito di alcune iniziative già in corso come, ad esempio, ‘Radix' a cui aderisce Confagricoltura nazionale, e come ‘Laborat' a cui partecipa Confagricoltura Latina, si faranno proposte concrete sulle tematiche del lavoro in agricoltura.