La denuncia in procura sul caso degli affidamenti diretti alla Progetto Ambiente, avanzata per garantire trasparenza e correttezza degli atti amministrativi, non per colpire politicamente qualcuno. Le dichiarazioni del sindaco di Aprilia Antonio Terra in merito al recente rinvio a giudizio dell'ex amministratore della partecipata Valerio Valeri con l'accusa di abuso d'ufficio, non lascia indifferenti i consiglieri di opposizione Roberto Boi e Vincenzo La Pegna, firmatari dell'esposto dal quale ha avuto origine l'indagine per gli affidamenti sottosoglia ma sistematici alle stesse ditte dei servizi di fornitura dei mastelli, selezione del personale e noleggio dei mezzi d'opera. I due amministratori, respingono l'accusa di non saper fare politica e chiariscono il senso di una denuncia giunta dopo non aver ottenuto chiarimenti nelle sedi istituzionali. «Abbiamo chiesto spiegazioni nelle commissioni, con le interrogazioni in consiglio comunale - sottolinea Roberto Boi - abbiamo chiesto il business plan per verificare i costi degli affidamenti diretti, ma non abbiamo mai avuto risposta. In consiglio comunale addirittura il presidente del consiglio Pasquale De Maio (è agli atti) impedì al segretario comunale Gloria Di Rini di rispondere alla domanda se con quegli affidamenti diretti si configurava violazione della normativa. Ora qualcuno sarà chiamato in altre sedi a spiegare il perché di quegli affidamenti sotto soglia, continuativi e dispendiosi, fatti sempre alle stesse ditte. Il sindaco non dovrebbe preoccuparsi se costituirsi o meno parte civile, ma dovrebbe preoccuparsi perché ha approvato nel Cda i bilanci della Progetto Ambiente nonostante gli illeciti da noi segnalati, per averli rivotati in Consiglio con maggioranza e assumersi le proprie responsabilità. Il processo ai danni dell'ex amministratore unico della Progetto Ambiente infatti accerterà se sia stato commesso un reato penale. E il sindaco con le sue dichiarazioni sembra non aver capito che anche qualora non si fosse configurato un danno per l'ente - il che è tutto da verificare - il rinvio a giudizio riguarda la presunta violazione di una norma. Questo è molto grave, chi amministra deve in primis rispettare la legge e deve garantire quella trasparenza che non c'è stata. Offendere l'opposizione non serve a cambiare la realtà dei fatti. Le indagini sono ancora in corso e confido si faccia chiarezza su tutti i fronti». Proprio l'assenza di trasparenza e chiarimenti nel merito ha prodotto l'esposto in procura dei due consiglieri. «Le abbiamo provate tutte prima di arrivare alla denuncia - rimarca il consigliere Vincenzo La Pegna - che abbiamo presentato oltre un anno dopo da quando il caso è esploso. Resto basito a leggere le dichiarazioni del sindaco, che ritengo fuori dal normale. Noi consiglieri comunali non ci siamo mossi per colpire qualcuno, siamo stati costretti ad avanzare quella denuncia dopo che, preoccupati per aver rilevato irregolarità nell'amministrazione della partecipata del comune, abbiamo cercato chiarimenti nelle sedi istituzionali senza mai riuscire ad ottenere una risposta. Abbiamo presentato l'esposto, la magistratura ha ritenuto di aprire un'indagine per verificare le ipotesi di violazioni da noi formulate e ben due giudici hanno ritenuto valide le conclusioni a cui è giunto il pm, accogliendo quindi la richiesta del pm di rinvio a giudizio dell'ex amministratore unico, che si troverà a rispondere in tribunale di atti approvati in Cda anche dal sindaco Terra. Ricordo che il consiglio comunale è chiamato a vigilare sull'operato delle partecipate: sia i consiglieri di maggioranza che hanno approvato i bilanci, sia l'opposizione che lungi dal voler colpire qualcuno, ha agito a esclusivo interesse della buona amministrazione. Assurdo che per il sindaco il fine giustifica i mezzi: il danno viene già arrecato quando non vengono rispettate le leggi e il processo penale che si terrà sembra confermare la fondatezza dei nostri dubbi».