La Corte di Cassazione conferma la sentenza della Corte d'Appello e condanna il Comune di Aprilia al maxi risarcimento di oltre 22 milioni di euro (15,6 milioni di euro più interessi e rivalutazione) sul lodo Aser. Una vera e propria mazzata l'amministrazione comunale, che ora rischia il crac. La prima sezione civile della Suprema Corte con la sentenza del 24 novembre 2021 (pubblicata il 16 maggio 2022) ha infatti rigettato il ricorso promosso nel 2016 dalla maggioranza Terra contro il pronunciamento di secondo grado, che riconosceva a Aser-Tributi Italia (ora in amministrazione controllata) il maxi pagamento da 15 milioni di euro sul lodo arbitrale per il danno cagionato dal Comune rispetto "ai plurimi inadempimenti" rispetto alla covenzione stipulata tra le parti ai tempi della "guerra dei tributi" avviata nel 2003.

L'amministrazione comunale tra i vari motivi del ricorso ha eccepito anche un difetto di giurisdizione, chiedendo che ad esprimersi fosse la Corte dei Conti, i giudici però  hanno evidenziato che: "La Corte dei Conti si è già pronunciata sull'azione di responsabilità erariale promossa dal Comune contro le società intimate". Per questo la Corte di Cassazione nella sentenza di 18 pagine ha dichiaro inamissibile i vari motivi, rigettando il ricorso e confermando il maxi risarcimento che, tra interessi e rivalutazioni, si aggira oggi su 22-24 milioni di euro. Una mazzata  ma soprattutto una beffa per l'amministrazione comunale, visto che di contro il Comune di Aprilia è creditore di oltre 45 milioni di euro nei confronti di Aser-Tributi Italia per i mancati incassi rispetto agli anni nei quali la società svolgeva in città il servizio di riscossione. E allo stato attuale appare anche complicato ipotizzare una compensazione tra crediti e debiti di natura diversa, un aspetto che pone l'ente in seria difficoltà economica.