Sono due le famiglie fuggite dall'Ucraina e dalla guerra che la sta martoriando e che hanno trovato ospitalità a Roccasecca dei Volsci. Il piccolo comune Lepino è stato infatti uno dei primi, in Italia, a rendersi disponibile ad ospitare profughi in fuga dal conflitto scatenato dalla Russia.
Una, composta da tre persone, è arrivata nei giorni scorsi. L'altra, composta da cinque elementi, marito, moglie e tre figli minorenni, è arrivata lo scorso 15 marzo ed è quella che lamenta oggi non poche difficoltà.
Qualcosa, però, si è incrinato soprattutto per quanto riguarda il rapporto tra i profughi e la cooperativa sociale che li ha presi in carico. Nello specifico la famiglia si lamenta di una sorta di abbandono in cui sono stati lasciati dalla Coop AID Italia di Latina, cui loro fanno riferimento e che gestisce la pratica riguardante la loro accoglienza.
Sono stati alloggiati in una struttura di via Santa Croce in pieno centro storico di Roccasecca in un'abitazione dove risiedono altri immigrati provenienti dall'Africa, ma il problema vero è il fatto che da loro arrivo praticamente non dispongono di liquidità monetaria.
La cooperativa gli ha erogato infatti i coupon di spesa pari a 20 euro settimanali per persona, ma i due nuclei di profughi ucraini nei crica tre mesi di permanenza a Roccasecca non hanno mai percepito il previsto pocket money. Si tratta del denaro attraverso cui la famiglia dovrebbe provvedere ad acquistare qualsiasi cosa che riguarda i bisogni personali al di fuori del cibo.
Non ricevendo il pocket money, si trovano in una situazione molto disagiata.
Dopo aver rappresentato la propria difficoltà alla cooperativa che li ha presi in carico, i cittadini ucraini hanno esposto la propria situazione alle autorità di Roccasecca dei Volsci che si sono messe a disposizione per reperire beni di prima necessità insieme a tanti concittadini di buona volontà.
Lo stesso sindaco Barbara Petroni ha provato a sollecitare la coop a fare quello che deve, ma senza successo.
L'ultimo passo compiuto è stato quello di fare un esposto alla Prefettura di Latina. Il tutto nella speranza di sbloccare uno stallo che rende più pesante di quello che già è la loro situazione di profughi.