La cura del verde pubblico continua a fare acqua da tutte le parti, anche se a mancare è proprio l'irrigazione, quella necessaria per consentire l'attecchimento degli alberi piantati in molte zone della città per implementare l'arredo urbano. Succede in via Botticelli, o meglio succede di nuovo, visto che già un anno fa il Comune aveva dovuto constatare la morte delle quaranta querce messe a dimora tre mesi prima nelle aiuole, quasi tutte rimaste per anni vuote su un lato della strada. Una vicenda grottesca, se consideriamo che a distanza di un anno appena lo scenario è pressoché lo stesso: ai nuovi arbusti non è stata assicurata l'acqua necessaria per mettere le radici e una buona metà sono già secche, comprese alcune che stanno morendo in queste settimane come testimoniano le chiome ormai diradate.
La vicenda consumata la scorsa estate aveva alimentato la rabbia di quei residenti che, seppure soddisfatti delle attenzioni rivolte dall'amministrazione locale per quella zona della città, proprio non avevano gradito la scelta di tagliare alcuni degli alberi presenti fino a quel momento lungo i marciapiedi. Parliamo del lato opposto rispetto a quello dove si trovano la scuola Volta e il campo di atletica leggera dove l'arredo urbano c'è da molti anni e non è stato toccato. In particolare alcuni cittadini avevano reagito con sgomento per la decisione del Comune di abbattere due bellissimi alberi di falso pepe che si trovavano nei pressi dell'incrocio con via Don Torello e, ormai rigogliosi, erano diventati un segno caratteristico del paesaggio. L'ente locale aveva poi giustificato il vile gesto con la necessità di uniformare l'arredo urbano, rispondendo alla specifica richiesta dei cittadini, o meglio alcuni di loro visto che molti altri non avevano gradito, evidentemente persone influenti negli ambienti politici della maggioranza.

Fatto sta che la crudele e tutt'altro che ambientalista scelta di abbattere quei due alberi di falso pepe, non era sostenuta da un reale piano di gestione della pubblica amministrazione, se non a carattere emergenziale come avviene da sempre. Sono passati ormai più di sei anni dall'avvento dei colettiani e quel cambio di passo paventato non c'è ancora stato: gli uffici di molti settori comunali sono sempre più in affanno a causa della carenza di personale sempre più accentuata, realtà sulla quale pesa anche l'assenza di una guida politica incisiva.

Insomma, dopo la moria delle querce, registrata oltretutto anche in viale Carturan, l'altra zona interessata dai primi interventi di questo progetto verde, era saltato fuori che l'impresa incaricata della piantumazione avrebbe dovuto garantire l'irrigazione per assicurarne l'attecchimento, quindi le piante secche erano state rimpiazzate dalla stessa azienda chele aveva fornite in precedenza. A quanto pare nessuno ha controllato neppure ora che il servizio venisse garantito in maniera efficace, visto che gli arbusti sono morti di nuovo. Un epilogo che non lascia ben sperare sul futuro degli arredi urbani delle altre zone della città sottoposte agli interventi di riempimento delle vecchie aiuole con le nuove piante.