Lo aveva già annunciato tempo fa, adesso l'ordinanza con cui di dà il via al collaudo dell'impianto di Guidonia, è stata firmata. A cascata la decisione del sindaco di Roma che da tempo cerca il modo di liberare la Capitale dai rifiuti - in questo certamente non aiutato dai recenti incendi presso gli impianti della città - si ripercuote, con buona pace, su alcune città, anche di altre province. Prima tra tutte c'è Albano dove un impianto di stoccaggio per cui l'Aia non è mai stata aggiornata, in cui i pozzi di controllo, se ne prendono in considerazione però 4 sugli 11 presenti, risultano pesantemente inquinati, su cui graverebbe anche una interdittiva antimafia, e ancora, un sito posto sotto sequestro perché la società che lo gestiva non aveva mai depositato la fidejussione per la gestione post chiusura - soldi che stranamente la Regione Lazio non aveva mai pensato di dover o poter richiedere - e da poco dissequestrato, è stato riaperto. Poi come detto c'è Guidonia dove l'impianto Tmb adesso sarà oggetto di collaudo. Insorge il sindaco Lombardo: «Si tratta di una notizia che non avrei mai voluto avere e che non avrei mai voluto dare ai miei concittadini. Quest'atto è propedeutico, in caso le verifiche diano esito positivo, all'imminente apertura dell'impianto. Continuo a ribadire, come ho fatto in ogni tavolo in cui sono stato chiamato in questi giorni, la mia ferma contrarietà a questa decisione. Questa ordinanza - conclude il primo cittadino di Guidonia - lascia irrisolti numerosi problemi di natura ambientale, paesaggistica e urbanistica rilevantissimi».