C'era una volta il Foro di Latina. Sembra passato un secolo. Storia di una manciata di anni fa. «Eravamo il terzo dell'Italia centrale dopo Roma e Firenze. E ora siamo al quarto posto, in Italia eravamo 16esimi e ora siamo scivolati in basso al 37esimo posto» ricorda il presidente dell'Ordine degli Avvocati Giacomo Mignano. La premessa introduce e traccia il perimetro dei motivi del ricorso presentato dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Latina inviato direttamente al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. L'oggetto è: l'equo compenso. Il caso che sta animando in questi giorni piazza Buozzi, parte da Sperlonga. L'Ordine degli avvocati di Latina interviene in modo netto a seguito della manifestazione di interesse per un affidamento di un incarico legale a difesa del Comune per cause civili. Nel ricorso delle toghe viene chiesto di sospendere l'avviso pubblico del Comune. Il motivo? Le condizioni economiche troppo basse. Come riportato nella nota, le condizioni economiche sono previste in base al numero di pratiche: fino a 50 incarichi 3500 euro e quindi 70 euro a pratica è il massimo, per arrivare anche a 50 euro a fascicolo per una convenzione che avrà la durata di tre anni. «L'avviso viola i principi dell'equo compenso», spiegano dal Consiglio dell'Ordine degli avvocati di Latina che sottolineano come la cifra di 50 euro per il lavoro che si deve svolgere: «Svaluta completamente la nostra professione ed è mortificante», ricorda Mignano che mette in rilievo come un avvocato che deve lavorare non può ricevere come compenso questa cifra.