Per la gestione degli appalti alla Progetto Ambiente, affidati sempre alla stessa ristretta rosa di ditte del settore per importi milionari, ma frazionati per poter evitare la gara, ora anche l'Anac bacchetta il Comune di Aprilia, rilevando non solo anomalie ma anche il mancato rispetto della normativa vigente. Il caso, per il quale è stato rinviato a giudizio con l'accusa di abuso d'ufficio l'ex amministratore unico della partecipata Valerio Valeri, è finito all'attenzione dell'autorità nazionale anticorruzione a seguito dell'esposto prodotto il 13 maggio 2021 dalla Mts srl, impresa attiva nel settore della logistica dell'intermediazione e del trasporto dei rifiuti, che ha posto in evidenza il modus operandi portato avanti dalla partecipata anche prima del 2015, ma che nel 2016, quando il porta a porta è entrato a pieno regime in tutte le zone di Aprilia, ha reso lampante l'anomalia dettata dalla consuetudine di procedere per il servizio di noleggio dei mezzi d'opera con affidamenti diretti per evitare la gara di appalto, nonostante gli affidamenti diretti sotto la soglia dei 40 mila euro portassero alla fine dell'anno ad una spesa milionaria. solo per riportare l'esempio proposto dall'Anac all'interno della delibera 378 del 27 luglio 2022, per l'anno 2016 la One Group ha ottenuto affidamenti diretti per 272 mila 700 euro, rinnovati nei mesi ma spacchettati di volta in volta per restare al di sotto della soglia dei 40 mila euro, oltre la quale bisogna procedere con la gara d'appalto. Stesso discorso che, come ricostruito dall'autorità anticorruzione, è stato applicato alle altre ditte prescelte, la OML srl, Ecoservice Spa e Gorent e lo stesso modus operandi è proseguito fino al 2021. A nulla è valso il tentativo della società di controdedurre in fase di istruttoria, ritenendo che: «gli affidamenti diretti non devono intendersi come frazionamento dell'appalto, poichè gli stessi hanno riguardato fornitori diversi per tipologie diverse di mezzi», in quanto per Anac è vietato il frazionamento dell'appalto che ha l'intento di spezzettare il valore complessivo con un numero di commesse dal valore contenuto e la Progetto Ambiente oltre a dispendiosi errori di programmazione, ha bypassato procedure volte a garantire il rispetto della concorrenza e la partecipazione dei vari operatori economici ed ha tenuto un operato non conforme al decreto legislativo 50/2016, portando avanti un anomalo susseguirsi di affidamenti di durata mensile per lo stesso servizio e a favore degli stessi operatori economici. «Nel merito dell'esame della memoria prodotta dalla società - conclude l'Anac - l'autorità ritiene di confermare le conclusioni esposte nella Cri, pertanto non può essere condivisa la motivazione addotta dalla società relativa alle difficoltà incontrate nella programmazione del servizio a causa dell'estensione territoriale, sia perchè ciò non giustifica la mancata indizione di una procedura di gara per oltre un triennio, sia perchè tale assunto non trova supporto nel codice dei contratti che invece espressamente prevede strumenti di gestione delle sopravvenienze». L'Anac dunque non solo ha riscontrato violazione della normativa, ma all'ente non ha neppure riconosciuto la buona fede, sottolineando anche che: «con riguardo alla diversità di fornitori e mezzi impiegati, le argomentazioni non sono accoglibili, in quanto si rileva che è il singolo affidamento frazionato su base temporale verso lo stesso operatore economico che, se non fosse stato spezzettato, avrebbe determinato un valore dell'appalto sopra la soglia. Infine, diversamente da quanto riportato dalla società - conclude - si ritiene non rispettato il principio di rotazione vista la ricorrenza dei singoli affidamenti, per singolo bene, in capo allo stesso operatore economico».