C'è il consumo di alcol tra minori che non è più una moda passeggera ma una insidiosa abitudine che si sta radicando. Subentra l'apatia, il senso della trasgressione sempre più estremo che porta alla devianza e alla violenza tra giovanissimi e giovanissime.

Gli oltre venti adolescenti (tra cui alcuni turisti) ubriachi nella notte di Ferragosto sul litorale pontino, intossicati dall'alcol, le risse sia nella zona della movida che nei punti di ritrovo del capoluogo pontino e la facilità con cui si ricorre alla violenza fisica e psicologica, rappresentano una spia che da tempo si è accesa sul mondo giovanile. I motivi sono diversi, a partire da un evento che ha cambiato l'intera società: la pandemia da Covid e poi il post pandemia hanno lasciato strascichi nei ragazzi tra i 12 e i 18 anni. Da un anno a questa parte si assiste - come testimoniano gli ultimi eventi di cronaca - ad un elevato consumo di alcol tra ragazzi che nonostante tutto riescono a trovare con grande facilità sul mercato superalcolici, vino e birra.

Se un tempo l'aggregazione aveva una radice sana, adesso sempre più spesso per alcuni il collante per stare in un gruppo diventa la violenza, anche verbale. Sono dinamiche che in passato erano state registrate in forma lieve ma che ora esplodono come in una spirale. Sia il Parco Comunale Falcone e Borsellino che l'area alle spalle del Teatro in centro e altri luoghi sono diventati terreno, a volte, di scontro. Ma cosa sta succedendo?

«Non ci sono valori, dall'amicizia al rispetto verso l'adulto e l'autorità – è l'analisi della psicologa e criminologa di Latina Alessia Micoli, esperta in disagio adolescenziale - Per aiutare i genitori nel gestire queste dinamiche ho un obiettivo: voglio dare inizio ad un iter di incontri per studiare strategie di intervento e fronteggiare questo fenomeno».

Lo sport ad esempio per moltissimi ragazzi rappresenta una risorsa per uscire dal disagio e raccogliere dei risultati importanti, concreti e duraturi. Sempre più giovani sembrano affascinati dal concetto di trasgressione, la competizione - come ha osservato la psicologa Micoli - è forte, quasi ossessiva quando si entra in un certo contesto sociale e spesso la sera e il sabato si esce anche per litigare e dimostrare superiorità. Alcuni adolescenti hanno preso questa strada che dall'apatia può portare direttamente alla violenza. La prevenzione è fondamentale insieme al controllo da parte di tutte le agenzie formative.