Primi giorni della viabilità rivoluzionata tra luci e ombre. La chiusura dei 90 metri di Pontina per demolire e realizzare il nuovo ponte di Badino sul fiume Portatore, come noto, ha comportato la scelta da parte degli ingegneri dell'Anas di tre percorsi alternativi su cui deviare il traffico sia in entrata che in uscita da Terracina e, a distanza di poco più di 48 ore, è già possibile avere un'idea di quello a cui si assisterà fino al prossimo maggio, mese preventivato per il termine dell'opera da tre campate e la conseguente riapertura del tratto di Pontina interessato dall'intervento.

Se è vero che i mezzi pesanti vengono dirottati sulla Migliara 53 e indirizzati dunque sull'Appia in direzione Terracina e gli altri veicoli di passaggio convogliati sulla Migliara 58, è altrettanto vero che per i residenti ma anche per chi deve comunque raggiungere Terracina, come ad esempio i visitatori e i fornitori delle attività commerciali, è via Badino Vecchia l'arteria da percorrere in entrambi i sensi di marcia. Ma con luci ed ombre, come dicevamo. Già, perché se il traffico non pare abbia accusato disagi significativi se non nelle ore di punta (quelle di partenza e di ritorno da parte di studenti e pendolari), non mancano delle criticità altrettanto significative e dovute soprattutto alla carreggiata stretta che contraddistingue via Badino Vecchia. Sono i residenti a spiegare i motivi che non renderebbero sicura la strada alternativa: «Gli autisti dei bus Cotral sono costretti ad allargarsi sull'altra corsia per quanto è stretta la carreggiata - osservano alcuni abitanti della zona -, ma anche per gli automobilisti la guida non è certo agevole proprio per gli spazi di manovra limitati. Il traffico, poi, è intenso e veloce e questo sta a significare grossi rischi per chi è costretto a transitare sulla strada con biciclette o a piedi. Senza marciapiedi e un minimo di bordo strada non c'è modo di affrontare questa strada in sicurezza. Per non parlare - aggiungono i residenti - della mancanza di illuminazione che renderà le ore notturne ancora più pericolose di quelle diurne. Il quadro viene completato dal tratto in curva che, quando piove copiosamente per giorni, si trasforma in un vero e proprio lago. E stiamo parlando di interventi che erano preventivati da tempo dal Comune per riqualificare l'intera zona e di cui non si è saputo più nulla. Ma del resto - è stata l'amara conclusione -, quest'area periferica non ha mai goduto dell'attenzione di nessuna delle amministrazioni che si sono succedute».