«Le vicende del parco Area Ghezzi di Terracina, con richiesta di espianto di 11 alberi da parte dell'Azienda Vivaistica per mancato pagamento da parte dell'Amministrazione comunale di 11mila euro, è stato solo l'ultimo esempio negativo della gestione del verde pubblico da parte del governo della città che per 25 anni è stata di fatto a trazione Fratelli d'Italia ad eccezione dei due periodi in cui si è registrato lo scioglimento anticipato a seguito di crisi interne alla stessa Amministrazione».

Inizia così la nota firmata da Arcangelo Palmacci, referente locale e presidente dell'assemblea provinciale di Azione, che poi scende nel dettaglio delle sue considerazioni: «In tutti questi anni gli amministratori non hanno mai avuto una visione concreta dell'importanza del potenziamento e del mantenimento di parchi e aree verdi attrezzate - spiega Palmacci -. Aspetti fondamentali non solo in quanto Terracina è una città turistica importante, ma soprattutto perché il verde pubblico costituisce un bene comune da amare e salvaguardare. Che deve essere difeso in primis dai cittadini. Insomma, la tutela del verde è un atto di civiltà e noi stiamo dimostrando di essere indietro». Il referente di Azione cita alcuni esempi per avvalorare la sua tesi, indicando due fasi storiche della città: prima del 1994 e dal 1994 ad oggi. «Tutte le aree verdi attrezzate, come il parco della Rimembranza, il parco Ghezzi, i giardini di Porta Napoletana, il Montuno, la pineta del Porto, il parco Bachelet, quello di Villa Tomassini e l'area 167 Arene anche col parco delle Città Gemellate, sono state create negli anni precedenti al 1994 da Amministrazioni comunali di diverso colore politico a partire dagli anni ‘60».
Come esempi negativi a partire dal 1994 in poi, Palmacci indica il quartiere Calcatore che «a fronte di una grande presenza di abitanti - sottolinea - è totalmente sprovvisto di un'area attrezzata a parco nonostante gli standard urbanistici la rendesse obbligatoria». Poi si punta il dito sulle numerose e recenti recinzioni provvisorie su viale Europa, parallela al lungomare Circe, dove invece erano previsti parcheggi e aree verdi attrezzate, il tutto a cento metri dal mare. «E poi c'è il nodo all'ingresso alla città dalla via Appia - osserva Palmacci -. Qui, dopo il trasferimento di gestione di un tratto di Appia dall'Anas al Comune, si può rilevare la mancata potatura dei pini posti lungo il margine della strada che rappresentano un rischio permanente per la pubblica incolumità.

Poi - conclude il referente di Azione - non possiamo lamentarci o scandalizzarci se su viale della Vittoria, in pieno centro, dopo la piantumazione di alberi di Acanfora a seguito del ciclone del 29 ottobre 2018, si assiste nel disinteresse generale ad alberi che improvvisamente muoiono o spariscono in corrispondenza di attività commerciali».