All'indomani della sfiducia politica, l'ex sindaco Damiano Coletta ha scansato per un soffio la sfiducia culturale da parte di una esponente importante del panorama accademico, istituzionale e artistico nazionale. Scansato per modo di dire, perché il destinatario di un messaggio al vetriolo lasciato impresso tra il 13 e il 14 ottobre scorso su una pagina del libro dei visitatori del Museo Cambellotti, non poteva essere che lui, benché già ex da quindici giorni.

Se la pagina di quel libro non è stata strappata, il messaggio vergato a mano da Giovanna Alberta Campitelli, Presidente del Comitato Tecnico Scientifico per i Musei e l'Economia della Cultura presso il MiC, nonché Presidente dell'Accademia delle Belle Arti di Roma e un sacco di altre cose che sarebbe lungo e noioso elencare, è ancora là a disposizione di tutti.

Rivolgendosi al Sindaco di Latina, Alberta Campitelli scrive così: «La prego di non permettere oltre che un museo di questa levatura per materiali, sede e allestimento sia tenuto in queste condizioni di sciatteria!!! E' una vergogna, nessuno lo conosce, non vi è un minimo apparato didattico, abbandono ovunque!!! Faccia qualcosa!!!» Firmato Alberta Campitelli, Consiglio Superiore per i beni culturali del MiC.

Di buono c'è che gli apprezzamenti sul valore del Cambellotti siano arrivati da una delle figure di maggiore competenza in materia, ma è decisamente sconfortante leggere, sempre dalla penna di Alberta Campitelli, che l'unico vero museo di cui la città di Latina dispone, oltre che maltenuto, è per lo più sconosciuto al mondo.

Il 14 ottobre scorso Alberta Campitelli era tra i relatori del convegno organizzato dalla Fondazione Roffredo Caetani a Ninfa sul tema «Conservazione e fruizione dei giardini storici», e probabilmente era a Latina dal giorno precedente e ne ha approfittato per visitare il Cambellotti, con gli esiti di cui ci stiamo occupando.

Giriamo al Commissario straordinario Carmine Valente il messaggio rivolto al sindaco dalla professoressa Campitelli, pregandolo di fare quello che è doveroso fare: restituire al museo di Piazza San Marco la dignità che sembrerebbe aver smarrito e soprattutto incaricare qualcuno di promuovere il Cambellotti, in modo tale che il prossimo sindaco della città si trovi con una tabella di marcia da rispettare almeno su questo versante del patrimonio artistico di cui disponiamo. E dovrebbe anche fare in fretta, prima che gli eredi di Duilio Cambellotti, che con le loro donazioni e i loro prestiti hanno consentito che venisse allestito il Museo, non tornino a rivendicare la restituzione delle opere che tanto hanno contribuito e contribuiscono a rendere Latina culturalmente interessante e un minimo spendibile dal punto di vista artistico.