Seconda udienza per il processo al dirigente comunale e all'architetto in qualità di Responsabile unico del procedimento il primo e responsabile dei lavori il secondo, accusati dalla Procura di Latina di falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici. Siamo a sette anni dai fatti. La questione riguarda i lavori in via delle Cupe e via delle Vallecchie. Un intervento importante per sistemare e mettere insicurezza due strade rurali, ma fondamentali, soprattutto la prima, visto che collega cori alla strada per Norma. Tanto importante da richiedere una certa celerità. E i lavori, stando ai documenti, sarebbero iniziati e terminati nell'arco di due mesi. Lo hanno accertato sia Luca Cerbara, responsabile del Settore Urbanistica del Comune di Cori e l'architetto Palombelli. Tutto certificato, sia l'avanzamento dei lavori, che la loro fine nel giugno del 2015. Tempi piuttosto stretti per circa 350mila euro.

Ma gli inquirenti contestano una ipotesi di falso visto che proprio quei lavori, nel 2016, sembra fossero ancora in corso. Questo lo testimonierebbero alcune fatture risalenti anche al marzo del 2016. La stessa amministrazione comunale non annunciò la fine dei lavori due mesi dopo l'annuncio, questo sì, in pompa magna dell'avvio del cantiere. Lo fece sei mesi dopo.

Scattarono quindi le indagini prima della Gurdia di Finanza, poi affidate ai Carabinieri Forestali, l'acquisizione di una serie di documenti e la richiesta, nel 2021, del rinvio a giudizio, accordato. Sei anni dopo i fatti.

Domani, a sette anni di distanza, si terrà la seconda udienza in cui saranno ascoltati almeno cinque testimoni, uno solo dei quali al momento risulta avere un qualche ruolo nell'amministrazione, la comandante della Polizia locale a sua volta a processo per presunta omissione di atti in merito ad un abuso edilizio contestato al proprietario di un opificio artigianale trasformato in villa (peraltro marito di un componente della Giunta in carica).

Un processo che visto il tempo passato finirà inevitabilmente in prescrizione. Gli imputati non hanno rinunciato e di certo è probabile che non lo facciano domani in aula. Nè il Comune si è costituito in giudizio come parte lesa. Una doppia beffa per la comunità presa probabilmente in giro e costretta a restare col dubbio sulla correttezza dell'agire di figure apicali della macchina che amministra il paese e ne amministra l'assetto urbanistico. Un settore al centro di diverse inchieste - che hanno riguardato lo stesso Dirigente, la stessa agente della Polizia locale - portate avanti proprio dalla Forestale su alcuni interventi privati poco chiari e per cui il Comune non è mai costituito parte lesa. Né sono mai state prese, o annunciate, misure correttive, magari anche solo di opportunità, anzi: l'agente a giudizio è stata promossa a dirigente della Polizia locale e il dirigente è sempre al suo posto con altri incarichi in più. ia».