Il Golfo di Gaeta è un paese per vecchi. Ne sono convinte le associazioni "Incontri e Confronti" e "Comunità Lazio Meridionale e Isole Pontine" che ne hanno proposto un dibattito pubblico dal titolo: Lavoro, Ambiente, Welfare: prospettive nel golfo di Gaeta. L'incontro, previsto per domani, prende il via dall'analisi di alcuni dati e parametri statistici, che tratteggiano la situazione economico- sociale della popolazione in maniera originale, partendo dall'invecchiamento degli abitanti, dalla diaspora giovanile, dalla dinamica dei redditi, e vuole avanzare alcune proposte tese a dimostrare che, nonostante i dati non confortanti, uno sviluppo dei territori del Golfo è ancora possibile.
Proiezioni
«Le proiezioni ISTAT basate sulla tendenza del movimento demografico rilevato per gli anni pregressi, non lasciano adito a dubbi – hanno spiegato gli associati - che il Golfo di Gaeta stia invecchiando non costituisce infatti, una novità per i suoi abitanti. L'indice di vecchiaia, rapporto che misura quanti anziani sopra i 65 anni ci sono ogni 100 giovani sotto i 14 anni, è infatti passato, tra il 2011 e il 2020, da 189 a 270 per Gaeta, da 132 a 193 per Formia e da 128 a 180 per Minturno. Il dato del Lazio per l'anno 2020 è 173. Quello che, invece, non è facile immaginare è come si vivrà nel Golfo tra 25 anni, quando più di un residente su tre avrà oltre 65 anni".
Secondo i dati raccolti relativi all'anno 2020, oggi nel Golfo quelli che hanno più di 65 anni sono circa uno su quattro: Gaeta è il Comune percentualmente più vecchio rispetto al numero di abitanti, 28,5%, Formia segue con il 24,5% e Minturno fermo al 23,4%.
Domande
La domanda sorge spontanea: che conseguenze ci saranno sul modo di vivere e sull'economia? "Diminuendo il numero di giovani – hanno proseguito a spiegare - verranno compressi quei settori di spesa tipici di quella fascia di età: trasporti, abbigliamento, calzature, ristorazione, movida ne risentiranno, perché gli anziani, statisticamente, spendono meno in quei settori. Probabilmente ci sarà anche un calo di persone che guidano la macchina propria, lasciando le strade meno intasate. Con buona probabilità a risentirne potrebbero essere anche i prezzi delle case, perché calerà il numero dei giovani in cerca di abitazioni. Risulta scarsamente consolatorio affermare che sarà il mercato delle seconde case per le vacanze a sostenere i prezzi, perché la ricchezza di un territorio non può basarsi soltanto su presenze stagionali".
Assistenza e no
Quali settori dunque ne trarranno beneficio? L'assistenza medica in primis. Nell'assistenza domiciliare, nei prodotti alimentari specifici per la terza età e in tutti quei settori capaci di far vivere gli anziani in buona salute per gli anni guadagnati. Per queste associazioni, il dato più preoccupante e che merita un'attenta riflessione, è rappresentato dal crollo della popolazione in età lavorativa: "Anche se il numero complessivo dei residenti nel golfo potrebbe scendere di poco, fortemente apprezzabile sarà invece la diminuzione della popolazione in età lavorativa.
Il fattore lavoro
Sempre meno lavoratori dovranno farsi carico di sempre più persone che vivono di pensione o di assistenza. In statistica il dato che più l'approssima è il cosiddetto indice di dipendenza strutturale, inteso come rapporto tra chi non lavora e chi lavora. A Gaeta l'indice è passato da 51,7% nel 2011 a 64,0 % nel 2021; a Formia da 48,1% a 59,2%; a Minturno 51,6% a 57,2%. L'Istat stima che, a livello nazionale, nel 2042 l'indice possa salire all'82%, non lontano dal rapporto paritario tra numero di lavoratori e numero di persone che non lavorano. Come la politica e le amministrazioni vogliano cimentarsi con questi scenari prossimi e indirizzare le risorse del territorio, non è dato sapere".