Sono venti i Comuni della provincia di Latina che hanno almeno una scuola dotata di servizio mensa interno. Ad accendere i riflettori sul caso è un recente studio condotto da OpenPolis - Con i Bambini sui dati del Ministero dell'Istruzione, relativi anno scolastico 2020/2021, gli ultimi pubblicati.
Un dossier che parte da un tema, quello della cosiddetta povertà alimentare, condizione in cui una persona si trova quando non ha la possibilità di consumare quotidianamente e in quantità adeguate cibi sani, equilibrati, nutrienti e sicuri. Un fenomeno che non riguarda la scarsità di cibo in senso assoluto, quanto l'equità di averne accesso. Ciò può essere causato da diversi fattori: le disponibilità economiche di una famiglia, la prossimità ai servizi e all'assistenza, l'educazione alimentare e la qualità e i prezzi dell'offerta disponibile. Il fenomeno esiste ed è pesante: basti pensare che, in Italia, l'8,4% delle famiglie dichiara di non potersi permettere un pasto proteico ogni 2 giorni.
Ma cosa c'entra tutto questo con la scuola? Le regioni che sono a maggior rischio di povertà alimentare tra i minorenni coincidono sempre con quelle che hanno meno mense scolastiche. Tra le peggiori c'è il Lazio, a cinque posizioni dall'ultima in classifica, con il 21% delle scuole statali fornite di servizio mensa.
I numeri in provincia
La percentuale totale in provincia di Latina è del 14.95%, ben inferiore rispetto a quella regionale. Come già detto, in 13 Comuni non ci sono scuole dotate del servizio.
Sono solo cinque i Comuni virtuosi, ossia Bassiano, Prossedi, Rocca Massima, Roccagorga e Sperlonga, dove tutte le poche scuole statali presenti sono in grado di fornire pasti agli alunni. Poi ci sono Sonnino, Pontinia e Sermoneta, dove il servizio è coperto rispettivamente nel 75%, 60% e 50% dei casi. In tutti gli altri Comuni dove c'è almeno una scuola con una mensa, il servizio è coperto in meno del 50% dei casi, arrivando fino al capoluogo, dove solo 3 strutture su 107 (il 2,8%) offrono la distribuzione pasti agli alunni.
Come varia l'offerta
La relazione tra la povertà alimentare e la presenza di mense scolastiche esiste, ma va analizzata con cautela. Infatti, sono diversi i fattori che intervengono sul fenomeno, a partire dal livello di educazione alimentare fino alla disponibilità economica delle famiglie. Detto ciò, il ruolo delle mense scolastiche è chiaro: possono offrire un pasto sano ed equilibrato al giorno a tutti gli studenti, aspetto che è stato sottolineato anche dal Garante dell'Infanzia in un recente rapporto. Per questo risulta importante valutare la diffusione del servizio sul territorio nazionale.
Bisogna investire sulle mense
«Anche al netto degli aspetti quantitativi della questione, lo sviluppo di una rete di mense sul territorio appare strategico per diversi motivi - si legge nel rapporto di OpenPolis e Con i Bambini - In primo luogo, può offrire a tutti gli studenti la garanzia di un pasto adeguato almeno una volta al giorno, elemento come abbiamo visto per nulla trascurabile. Specialmente nelle realtà più fragili dal punto di vista sociale. Inoltre, costituisce uno spazio di condivisione e socializzazione per ragazze e ragazzi, al di fuori dell'orario strettamente dedicato alla didattica. Infine è il presupposto per permettere agli alunni di frequentare la scuola nel pomeriggio, sviluppando attività pomeridiane, laboratori, corsi. La mensa può quindi avere un ruolo fondamentale nel determinare qualità e quantità dell'offerta educativa. Vanno in questa direzione gli investimenti del Pnrr».