La Asl di Latina rinnova l'incarico ai direttori di dipartimenti e delle aree, con un atto formale che mette nero su bianco il conferimento dell'incarico per altri tre anni. Un atto probabilmente dovuto e su cui ci sarebbe poco da sindacare, se non fosse per un particolare: la delibera firmata dal direttore generale Silvia Cavalli è datata 2 febbraio 2023, ossia 10 giorni prima le elezioni del nuovo consiglio regionale del Lazio.
Insomma, è normale che sorga qualche dubbio sulla puntualità di questo documento: al netto delle motivazioni tecniche e burocratiche, risulta alquanto singolare che l'approvazione sia arrivata praticamente alla vigilia del possibile rinnovo dell'intero Consiglio regionale, del governatore e della rispettiva giunta, che dopo dieci anni di guida del Pd e di Zingaretti potrebbe interrompere la sua continuità qualora non venisse eletto l'assessore uscente Alessio D'Amato.
Insomma, la domanda è semplice: che la Asl e la Regione abbiano voluto "blindare" per altri tre anni i propri direttori, impedendo alla futura amministrazione di fare altre scelte? A chiederselo è il capogruppo regionale della Lega uscente e candidato alle prossime elezioni, capolista nella circoscrizione di Latina, Angelo Tripodi: «La Asl di Latina non poteva aspettare il rinnovo per i prossimi tre anni degli incarichi dei Direttori dei Dipartimenti e delle Aree, su cui spuntano sempre i professionisti legati al mondo politico, a partire dal Pd, a meno di una settimana dalle elezioni regionali? Al di là dell'impegno di spesa che ammonta a circa 700mila euro per il 2023, l'assessore regionale alla Sanità, Alessio D'Amato, non ha nulla da dire? Siamo di fronte all'ultimo colpo di coda di una fallimentare gestione della sanità delle giunte Zingaretti? Anche perché D'Amato è rimasto silente persino sulla promozione di Claudio Rainone a responsabile Uoc degli Affari generali e al Controllo interno, dopo lo scandalo delle concorsopoli alla Asl e il processo in corso. D'Amato eviti le riconferme dei Direttori dei Dipartimenti e delle Aree nel pieno della campagna elettorale, permettendo di cambiare rotta alla nuova amministrazione regionale e alle nuove governance della sanità laziale».
Ovviamente l'approvazione dell'atto è più che legittima, ma le coincidenze temporali con cui è stato firmato non potevano che destare scalpore. Tripodi, dal canto suo, ha lanciato il guanto di sfida, una provocazione più che altro, visto che potrebbe essere complicato (ma non impossibile) mettere mano su un atto di questo genere tra l'altro già approvato: D'Amato, la Regione e la Asl facciano un passo indietro, così da dimostrare che non c'è mai stata alcuna intenzione di mettere in cassaforte l'assegnazione dei ruoli ai rispettivi direttori di reparto per i prossimi tre anni.