Un ricorso inammissibile per carenza di attuale e diretta lesività degli atti. Così il Tar del Lazio si è espresso sul ricorso proposto dall'associazione Codici, centro per i diritti del cittadino, in rappresentanza di 64 cittadini di Latina che avevano chiesto l'annullamento del regolamento di polizia mortuaria approvato con delibera di consiglio comunale ad aprile 2021 e dell'atto di pubblicazione degli elenchi delle sepolture in scadenza del Cimitero Urbano di Latina, prot. N. 135341 del 09.09.2021, e prot. N 14588 del 26 gennaio 2022. Una doccia fredda per l'associazione che si pone a difesa dei diritti dei cittadini e che ha sostenuto per molto tempo la tesi l'illegittimità di considerare scaduta la sepoltura delle salme di deceduti dal febbraio 1976 al novembre 1999. Per questo Codici e moltissimi cittadini avevano deciso di presentare ricorso al TAR Lazio, contro il Comune di Latina e nei confronti di Ipogeo, con l'intervento a supporto dell'Associazione Asso Cons. Italia, per far esprimere l'Organo giurisdizionale su quella che si riteneva la corretta durata della sepoltura, cioè novantanove anni invece dei pretesi trenta.