E' andata esattamente come doveva andare, come previsto, come si vociferava da più giorni. Il Consiglio dei Ministri ieri «su proposta del Presidente del Consiglio, vista la designazione da parte del Ministro della cultura Gennaro Sangiuliano, ha deliberato la nomina a Commissario straordinario del Governo per il recupero e la valorizzazione dell'ex carcere borbonico dell'isola di Santo Stefano (Ventotene) del dottor Giovanni Maria Macioce, ai sensi dell'articolo 11 della legge 23 agosto 1988, n. 400».
Dunque la spunta l'ex Generale della Guardia di Finanza che la scorsa settimana aveva, di fatto, preannunciato questa nomina nella lettera di dimissioni da delegato all'Arcipelago. Giovanni Macioce è indagato dalla Procura di Cassino per una storia legata alla trasformazione di una grotta dell'isola in abitazione, tuttavia ciò non ha inficiato la nomina in quello che viene considerato uno dei progetti di riqualificazione più importanti del Lazio. Inutili anche gli appelli delle ultime ore perché restasse l'ormai commissario uscente, Silvia Costa. Proprio ieri infatti era stata divulgata la lettera appello perché la costa restasse a gestire il progetto. Era firmata da tutti i partners ed era anche stata inviata al Presidente della Repubblica e al capo del Governo. «Poniamo con questa lettera alla Vostra attenzione e riflessione l'importanza di dare continuità all'operato dell'onorevole Silvia Costa, Commissario Straordinario per il recupero e la valorizzazione dell'ex Carcere borbonico di Santo Stefano; - si legge nel documento - ci ha motivato un atto di responsabilità, per dare continuità a quanto finora fatto, emerso con evidenza nella riunione che si è tenuta alla Biblioteca Nazionale Centrale il 16 gennaio scorso. Come ribadito da ciascuno dei Presenti e da coloro che erano collegati da remoto, il lavoro svolto da Silvia Costa è stato di notevole rilievo e traccia un cammino umano e culturale che non può restare incompiuto, né essere interpretato in modo diverso. Tre anni di impegno consolidato hanno avuto come esito un risultato che non sarebbe lo stesso alterandone la fisionomia di vertice. Abbiamo perciò ritenuto importante far sentire la nostra voce al Governo poiché riteniamo che il bagaglio di competenze, sensibilità, capacità di aggregazione, impegno, scelta dei tempi, elaborazione di una vision complessiva, non siano facilmente sostituibili».