Via libera delle commissioni Bilancio e Affari Costituzionali del Senato agli emendamenti riguardanti le misure sui balneari. Il relatore del provvedimento Dario Damiani, a margine dei lavori, ha confermato che sono stati approvati gli emendamenti dei relatori e quelli riformulati di Fi e Lega. Gli emendamenti, presentati al decreto Milleproroghe e approvati, prevedono la proroga di un anno delle attuali concessioni, quindi fino al 31 dicembre 2024, concedono cinque mesi in più di tempo per l'esercizio della delega sulla mappatura delle spiagge date in concessione, che altrimenti scadrebbe il 27 febbraio 2023, e istituiscono un tavolo tecnico presso la Presidenza del Consiglio, con funzioni consultive, a cui partecipano i ministri competenti, le regioni e le associazioni di categoria. Nel caso si dovessero verificare impedimenti oggettivi all'espletamento delle gare, secondo quanto previsto dalle norme, le attuali concessioni possono restare valide fino al 31 dicembre 2025.

Insomma, un'altra proroga che sposta più in là il termine per rimettere a gara le concessioni balneari come richiesto dalla direttiva europea Bolkestein, contro cui in Italia c'è da anni una ferma resistenza, sostenuta in modo molto convinto proprio dai partiti di centrodestra attualmente al Governo. Attenzione, però, l'attuale norma inserita nel milleproroghe potrebbe avere durata brevissima. Sulla vicenda delle concessioni, infatti, l'Italia è da anni sotto procedimento di infrazione da parte dell'Unione europea. Nelle prossime settimane si pronuncerà sul tema la Corte di giustizia europea avocata dal Tar di Lecce proprio sulla questione delle concessioni balneari da mettere a gara. Se la sentenza della corte di giustizia europea confermasse le indicazioni della Bokestein, quest'ultima diventerebbe immediatamente esecutiva: in pratica, un minuto dopo, tutti i gestori degli stabilimenti balneari sarebbero potenzialmente abusivi, con caos legale che questo potrebbe scatenare. Al Governo sono consapevoli di questo ma il ragionamento della maggioranza è semplice: sarà l'Europa e non noi a obbligare i gestori a fare le gare per l'assegnazione dei lidi.