Non ci saranno pronunce automatiche di decadenza delle concessioni d'uso delle sepolture di cui erano stati pubblicati gli elenchi dal Comune contenenti i nominativi di circa tremila salme da estumulare, ma le singole posizioni andranno esaminate in istruttorie al termine delle quali il Comune potrà adottare specifici provvedimenti, anche di pronuncia di decadenza della concessione, che sono a quel punto potranno essere impugnarli unitamente al Regolamento di polizia mortuaria. E' questo in sintesi un passaggio chiave dell'ultima sentenza del Tar del 3 febbraio scorso sul ricorso proposto dall'associazione Codici in rappresentanza di 64 cittadini di Latina, difesi dagli avvocati Francesco Di Ciollo e Annamaria Romeo, che avevano chiesto l'annullamento del regolamento di polizia mortuaria approvato con delibera di consiglio ad aprile 2021 e dell'atto di pubblicazione degli elenchi delle sepolture in scadenza del Cimitero Urbano di Latina, prot. N. 135341 del 09.09.2021, e prot. N 14588 del 26 gennaio 2022.

Se ne è parlato diffusamente nella conferenza stampa al Circolo Cittadino promossa da Codici e AssoconsItalia con gli avvocati per fare chiarezza sui risvolti di un pronunciamento che farà da spartiacque in una vicenda complessa. Insieme ad Antonio Bottoni, responsabile di Codici Latina, l'associazione che ha voluto fortemente il ricorso ed ha cercato di far valere dei principi di diritto, era presente Daniele Mazzoli, presidente nazionale di AssoConsItalia, l'altra associazione che ha aderito al ricorso, nonché gli avvocati Francesco Di Ciollo ed Annamaria Romeo, che hanno curato le tante istanze avanzate nei confronti della magistratura amministrativa. «I due legali hanno spiegato che il TAR - spiega Codici - nel dichiarare inammissibile il ricorso, ha emesso una sentenza dagli stessi definita "salomonica" perché pone in capo al Comune di Latina l'obbligo di effettuare singole istruttorie, quindi con il coinvolgimento individuale dei cittadini concessionari e che, solo al termine delle procedure attivate, con riferimento al Regolamento cimiteriale approvato ad aprile del 2021, come dispone l'organo di Giustizia amministrativa, "potrà adottare specifici provvedimenti, anche di pronuncia di decadenza, della concessione, solo in quel caso "attualmente" lesivi per gli interessati, che potranno impugnarli unitamente al suddetto Regolamento, se applicato come atto presupposto".

Quindi, sempre secondo l'analisi degli avvocati che hanno cercato di spiegare ai tanti cittadini accorsi al Circolo di Piazza del Popolo, il TAR non ha annullato la procedura di pretesa estumulazione delle salme dei cari appartenenti ai ricorrenti ma ha riportato le procedure nell'alveo del coinvolgimento nel procedimento amministrativo dei singoli concessionari, i quali dovranno essere chiamati a partecipare al procedimento, il quale non è assolutamente detto a priori che si concluderà con una dichiarazione di decadenza. Oltretutto, i cittadini che il Comune dovrà coinvolgere nella procedura non saranno soltanto coloro che hanno presentato il ricorso e gli aderenti, ma dovranno essere tutti quelli nei confronti delle cui salme di riferimento vi è una qualsiasi pretesa di estumulazione con o senza la volontà dei concessionari». Codici ha tenuto a precisare che la conferenza stampa non aveva il fine di convincere le persone a rifiutare a priori le estumulazioni o altre soluzioni a titolo volontario, bensì semplicemente a consentire di prendere le loro decisioni in maniera informata e consapevole.