Sgombero coattivo ed applicazione del Daspo urbano sono alcune delle misure che potrebbero diventare imminenti per i senzatetto accampati nel parco pubblico di viale Don Morosini. Misure più severe, senza dimenticare il rispetto della dignità di persone in condizioni disagiate, per provare a disincentivare l'abitudine dei senza fissa dimora di allestire un vero e proprio accampamento all'aperto giornaliero e notturno in quella che un tempo era un'area frequentata dalle famiglie.

Una situazione monitorata da tempo ma sempre più critica sul fronte del decoro, delle condizioni igienico sanitarie e delle possibilità di vivibilità di un quartiere che ormai vive in ostaggio di questo stato di cose senza soluzioni di continuità. Il giardino è divenuto sede di giaciglio diurno e notturno per clochard che hanno colonizzato le panchine dell'area con cartoni, dispense e vere e propri ricoveri di fortuna ambulanti.
A zone come questa ormai famiglie e bambini non si avvicinano più, non solo di sera ma anche di giorno in un'area comunque molto vicina al centro, limitrofa a tre scuole e a tutti i principali servizi ed uffici della città. Un dramma della solitudine e del degrado che si consuma sotto gli occhi dei cittadini e sulla quale però la vigilanza delle istituzioni non manca. Lo chiarisce anche il comandante della polizia locale Francesco Passaretti che spiega come in quest'area sarò necessario applicare il nuovo regolamento di polizia urbana che era stato studiato proprio per frenare i bivacchi. Il commissario del Comune di Latina Carmine Valente ha approvato di recente con i poteri del consiglio infatti una modifica al regolamento di polizia urbana che stabilisce in modo più stringente il divieto di bivacco e di allestimento di ricoveri improvvisati per le strade, nelle piazze e nei parchi pubblici. Nel regolamento la modifica è relativa a un comma dell'articolo 8 (sui comportamenti vietati), dove recita il divieto di «bivaccare, sedersi o sdraiarsi per terra nelle strade, nelle piazze, sui marciapiedi, sotto i portici, nei parchi, recando intralcio e disturbo, non permettendo la libera fruizione degli arredi urbani, ovvero ostruendo le soglie degli ingressi e portici».
Spiega il comandante Passaretti che viene stabilita in 100 euro la sanzione per chiunque violi queste disposizioni e viene introdotto l'ordine di allontanamento, il Daspo urbano, introdotto con il Decreto Minniti del 2017 e che ora viene applicato a chi violi i divieti di bivacco. Come funziona questa procedura? «Dalla constatazione di bivacco scatta la sanzione da 100 e contestualmente l'ordine di allontanamento che dura 48 ore, nel caso di recidiva la sanzione amministrativa raddoppia, 200 euro e l'inottemperanza viene notificata al questore». Nel Daspo urbano infatti il questore interviene solo in caso di reiterazione della condotta: se da questa possa derivare pericolo per la sicurezza si può vietare l'accesso fino a 12 mesi nelle aree indicate, espressamente specificate nel provvedimento e motivate.
Il punto però resta sempre lo stesso: si tratta di casi difficili, trattati più volte e quotidianamente dal servizio welfare e dal servizio di pronto intervento sociale, casi ormai definiti cronici di persone che non vogliono farsi aiutare.
«Gli strumenti che abbiamo a disposizione - prosegue Passaretti - sono il daspo urbano e lo sgombero coattivo, si interverrà già nei prossimi giorni con soluzioni e modalità che speriamo possano arginare il fenomeno ma sempre mettendo in primo piano la dignità delle persone».
E' una situazione complessa, che chiama in causa i diritti sia dei cittadini di vivere la zona, sia dei senzatetto di vivere la loro realtà senza recare disturbo pubblico, ma su cui l'allerta è alta come pure il controllo delle istituzioni, tra Comune, Prefettura e Questura.