Ha superato la soglia dei 75 anni e per questo non gli è più consentito l'ausilio di un cane per ciechi. Quell'amico a quattro zampe addestrato in centri specializzati che, per un non vedente, vuol dire poter uscire da casa in autonomia anche solo per una passeggiata. E adesso Gino Rigoni, 81 anni e noto a Terracina proprio perché non ha mai rinunciato a camminare sul lungomare Circe con uno dei diversi cani guida su cui ha potuto contare dal giorno in cui perse la vista per un incidente domestico, per raggiunti limiti di età non ha più diritto a tenere con sé uno di questi splendidi animali nonostante ci sia un vuoto normativo sulla questione. Già, perché se è vero che la legge italiana disciplina l'ingresso dei non vedenti accompagnati da cani giuda nelle attività e sui mezzi pubblici, è altrettanto vero che non esiste una norma specifica sul limite d'età che deve avere il padrone per "adottare" l'animale. «E' come se mi avessero tolto la patente - dice Rigoni con commozione -. Mi sento come una macchina senza benzina. Mi vorrebbero costretto dentro casa ma io continui ad uscire col bastone per l'orientamento anche se so di poter correre dei pericoli».
Il suo caso è esploso anche sui social grazie a un video girato da un cittadino che, incuriosito dall'assenza di un cane guida, lo ha avvicinato chiedendogli i motivi della sua solitudine. Un video che ha ottenuto migliaia di visualizzazioni e i commenti più disparati, soprattutto di indignazione. C'è anche chi ha proposto di inviare il filmato a "Striscia la notizia" o a "Le Iene". «Purtroppo non è possibile addestrare privatamente un cane guida», ha scritto sui social uno dei quattro figli di Gino, aggiungendo che «chi vuole dare una mano a mio padre può farlo accompagnandolo durante le sue passeggiate. Ad essere veramente importante è la manutenzione dei marciapiedi e la potatura delle siepi delle ville con giardino, perché per lui rappresentano un ostacolo».
Nel frattempo, l'Unione italiana ciechi continua a chiedere allo Stato di colmare il gap normativo e di modificare i parametri per l'affidamento di un cane guida che ad oggi sono, di fatto, prerogativa dei centri autorizzati per l'addestramento. In Italia sono sei le scuole, tra cui la più antica del mondo che si trova a Scandicci. «Sono i nostri regolamenti interni a coprire la falla normativa - spiegano proprio dal centro addestramento fiorentino -. Noi non imponiamo un vero e proprio limite d'età per l'affidamento, ma a tutte le persone che ce lo chiedono ripetiamo che dobbiamo essere stringenti nelle decisioni perché stiamo consegnando, come ausilio, un essere vivente e non una macchina o un oggetto. E che devono essere garantiti la cura, il mantenimento e le esigenze del cane. Diciamo che valutiamo caso per caso. Spesso vorremmo darli in affido agli anziani ma poi, durante i test qui da noi, ci accorgiamo che tanti non hanno più stabilità e orientamento nei movimenti. Come ci sono giovani a cui rifiutiamo di dare il cane perché non li riteniamo maturi per l'impegno a cui sono chiamati».
E giovani sono anche gli operatori del servizio civile a cui si è rivolto Rigoni ma che sono in numero limitato. «Qualche accompagnatore giovane l'ho avuto - ricorda Gino - ma era distratto e troppo preso dal telefonino».