Il circolo di Fondi del Partito Democratico, nel sollevare diversi dubbi inerenti alla progettazione e successiva gestione, si dice fermamente contrario alla costruzione dell'impianto di cremazione per salme destinato a sorgere accanto al cimitero comunale.

I dem hanno avuto una serie di incontri tra iscritti, simpatizzanti e tecnici che ha fatto emergere tutte le criticità nei confronti della scelta delle giunte De Meo-Maschietto.

Tra le principali vi è sicuramente il vuoto normativo sul tema. In Italia non esiste una normativa uniforme che regoli l'installazione degli impianti di cremazione e le loro emissioni. La legge 130/2001 prevede alcune modifiche del regolamento di polizia mortuaria e del testo unico leggi sanitarie, rinviando ad un futuro decreto interministeriale la definizione delle "norme tecniche per la realizzazione dei crematori, relativamente ai limiti di emissione, agli impianti e agli ambienti tecnologici, nonché ai materiali per la costruzione delle bare per la cremazione". Il decreto non è mai stato emanato e le Regioni, che dovevano elaborare piani di coordinamento per la realizzazione dei crematori da parte dei comuni, sono quasi tutte inadempienti, compreso il Lazio.

Al riguardo, alcune delle Regioni che hanno approvato tali Regolamenti hanno stabilito che gli impianti debbano rispettare delle distanze minime da luoghi sensibili come scuole ed ospedali, altre hanno regolato i controlli sugli impianti o il limite delle emissioni, in quanto vi è un innegabile impatto ambientale sull'aria che ha portato il Consiglio di Stato a condividere, recentemente, le osservazioni del sindaco di Civitavecchia, secondo cui i forni crematori sono assimilabili agli "inceneritori" quindi ad "industrie insalubri di prima classe". Nel caso di Fondi il sito sorgerebbe non lontano dal San Giovanni di Dio, dal Parco Dachau, dagli istituti Garibaldi-Purificato e San Francesco, nonché nelle vicinanze di colture, aziende agricole, mercato domenicale e persino del Monumento naturale Mola della Corte-Settecannelle-Capodacqua.

Il discorso appena esposto è tanto più valido quando, approfondendo, non si è trovato riscontro di regole che impongano un controllo sull'impianto. Chi monitora il privato? Chi assicura la manutenzione degli scarichi? Quali strumenti ci sono al riguardo?

Altra preoccupante criticità, questa sì tutta politica, è la mancata consultazione e informazione dei cittadini, soprattutto quelli che risiedono nella zona. Tuttavia c'è una Fondi che non vuole farsi dirigere da un unico regista. Sono quei fondani che si pongono domande e non ci stanno a subire decisioni calate dall'alto senza il minimo coinvolgimento, base della democrazia.

«In ballo, prima ancora che la salute umana, c'è la salute democratica», afferma il segretario Andrea Rega, «Combatteremo in ogni luogo e in ogni modo questo modus operandi che contraddistingue l'Amministrazione di Forza Italia. Iniziando dai nostri rappresentanti in Consiglio comunale e regionale, valutando le iniziative pubbliche necessarie a coinvolgere i cittadini su un tema che riguarda l'intera comunità».