La norme che hanno disposto la proroga automatica delle concessioni balneari «sono in contrasto» con l'articolo 12 della direttiva europea e, dunque, «non devono essere applicate». Lo ribadisce il Consiglio di Stato nella sentenza in cui accoglie il ricorso contro la decisione del comune di Manduria di prorogare fino al 2033 le concessioni demaniali marittime. Viene dunque bocciata la norma del Governo italiano e ribadito che le proroghe delle concessioni balneari sono nulle. Un bel pasticcio a cui ora bisognerà porre rimedio.

Dunque non si possono prevedere proroghe, le concessioni scadono il 31 dicembre di quest'anno e vanno messe a gara. Nel rispetto della normativa europea sulla concorrenza. Un nodo che da settimane attanaglia il Governo Meloni che ora è costretto a trovare una soluzione anche perché l'eventuale messa a gara delle concessioni balneari richiede comunque tempo e per arrivare alla prossima stagione col procedimento amministrativo completato bisogna praticamente partire adesso.
Nello specifico, comunque, la sentenza del Consiglio di Stato rende nulle le proroghe concesse negli anni scorsi da parte delle amministrazioni pubbliche italiane. Il 2023 è il termine ultimo della validità delle concessioni in essere, dopodiché bisogna andare a gara. La linea politica del governo di centrodestra, però, è da sempre avversa alla normativa europea in materia e in particolare, nei mesi scorsi, sono state Lega e Forza Italia ad insistere affinché si arrivasse a una proroga delle attuali concessioni. Ora questa sentenza rimette tutto in discussione. «Ci sono tutti gli elementi necessari per consentire alle Amministrazioni di bandire gare per il rilascio delle concessioni demaniali» si legge in un passaggio della pronuncia del Consiglio di Stato. La sentenza arriva tra l'altro prima della conversione in legge del decreto Milleproroghe, dunque a questo punto non si può far finta di nulla. Tra l'altro c'è anche un'altra, ben peggiore, sentenza all'orizzonte e riguarda un ricorso pendente alla corte di giustizia europea. Si tratta di un ricorso del Tar di Lecce che rischia di fare giurisprudenza. Sì perché, come ha avuto modo lo scorso gennaio di spiegare ai colleghi il ministro Raffele Fitto, se la corte ribadirà l'applicazione della Bolkestein, tutte le attuali concessioni balneari in Italia saranno immediatamente nulle. Con tutto quel che può significare questo.