Oggi nella Giornata della Memoria e dell'Impegno istituita da Libera in ricordo delle vittime delle mafie parallelamente ai cortei dei ragazzi nel centro di Latina ci sono stati momenti di riflessione e dibattito aperti e coinvolgenti come è accaduto all'istituto Einaudi nell'ambito dell'evento ‘Capaci di combattere la mafia con 5 semplici consigli'. Gli studenti delle quarte e quinte, nell'ambito di un evento organizzato dal dirigente Costantino Forcina e dalla professoressa referente dell'educazione civica Giuseppina Vitelli, hanno incontrato l'associazione antimafia "I ragazzi di via D'Amelio", impegnata in un'opera di sensibilizzazione sulle tematiche della legalità e autrice di un manuale antimafia messo a disposizione delle giovani generazioni. «La mafia non è soltanto un fenomeno di natura criminale – ha spiegato il dirigente Forcina in apertura - ma anche un ostacolo alla crescita del Paese, un attentato alla libertà e alla dignità di ogni persona, che si nasconde in episodi di violenza, sopraffazione, silenzio e omertà. Diceva Paolo Borsellino che "La lotta alla mafia non deve essere solo una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale, morale e anche religioso, che coinvolga tutti e che abitui a sentire la bellezza del fresco profumo di libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell'indifferenza, della contiguità e quindi della complicità": un'immagine da ricordare per comprendere quanto, soprattutto in un paese democratico, combattere la mafia sia essenziale perché si dia vita a una società nuova, fondata su saldi valori, quali la legalità e la solidarietà». E di come la mafia si combatta concretamente nella vita di tutti i giorni hanno parlato Raffaele, Luca e Lorenzo, partendo dalle esperienze delle loro città, Foggia e Latina, e ricordando che le infiltrazioni criminali nella società la rendano asfittica e senza futuro costringendo i giovani ad emigrare. I tre ragazzi dell'associazione hanno illustrato i 5 consigli per combattere la mafia a partire da 5 settori strategici ormai colonizzati dalle mafie che diventano altrettanti strumenti per controllare i territori attraverso milioni di euro guadagnati illegalmente: le fake -bioshopper (il traffico dei sacchetti non biodegradabili), i prodotti agroalimentari, le droghe, il gioco d'azzardo e i locali e le attività commerciali. Hanno così spiegato come una semplice busta della spesa possa essere gestita da organizzazioni criminali, come di un prodotto agroalimentare si debba pensare alla provenienza e alla procedura di produzione, di come l'acquisto di droghe rappresenti un contributo all'arricchimento delle mafie, di come il gioco d'azzardo sia una delle due principali fonti di reddito e di come su locali e attività si debba fare attenzione alla gestione. «Ognuno di noi e di voi deve contribuire nel quotidiano – hanno infine spiegato ad una platea attenta nell'aula magna dell'Einaudi – fate la vostra parte per rendere questa società migliore perché come dice Saramago ‘Senza memoria non esistiamo e senza responsabilità forse non meritiamo di esistere'».