Un piano scollegato da una visione d'insieme delle esigenze del territorio e di sviluppo della Marina di Latina e che risente di una mancata analisi socio-economica e di una politica di indirizzo adeguata alle esigenze della pianificazione del territorio. Il piano di utilizzazione dell'arenile adottato dal Comune nella fase di consultazione e delle osservazioni di associazioni, cittadini e portatori di interesse riceve le prime critiche, dopo quella dell'associazione «Noi e il Mascarello», ragionate con un contributo finalizzato a un miglioramente generale di uno strumento atteso da decenni per rivitalizzare la marina di Latina. La critica arriva dal dipartimento ambiente di Fratelli d'Italia che ha depositato giorni fa le osservazioni al Piano entro il termine stabilito del 23 aprile. Secondo le osservazioni firmate dal responsabile provincia Vincenzo Borrelli e dal commissario Michele Nasso il Pua è un importante strumento di programmazione che non può rimanere relegato a una impostazione tecnica asettica, carente di approfondito e adeguato esame socio-economico in grado di rispondere alle esigenze di sviluppo del suo territorio. «La "vision" della Marina – scrivono - nel contesto della programmazione del suo mare, deve necessariamente essere nella dinamica economico sociale, oltre che di tutela dell'ambiente. La conclamata necessità urgente di un'azione di recupero della cosiddetta area critica tra Capoportiere e Foceverde, passa anche attraverso un'attenta programmazione dell'utilizzo della spiaggia». Ma ciò che Fratelli d'Italia rileva è proprio la mancanza di una visione d'insieme. Il primo punto debole rilevato è che il Pua deve muovere la sua programmazione dalle disposizioni regionali vigenti e soprattutto dal Piano Regionale di Utilizzazione delle aree del demanio marittimo (PUAR). «Il Comune di Latina - scrivono - dispone di un P.U.A. già approvato ma ‘sia del P.U.A.R. che del P.U.A. approvato non si è riscontrata menzione nella relazione tecnica di progetto del PUA adottato'. «La carenza – scrivono - è rilevante e non è ammissibile che la nuova pianificazione non tenga conto delle previsioni del PUA già approvato ed intervenga con una riduzione del fronte mare da concessionare, in presenza di una domanda di strutture balneari di gran lunga superiore all'offerta. E' indubbio che l'agire amministrativo non può prescindere da una impostazione corretta e coerente che tenga conto di atti di pianificazione/regolamentazione esistenti - che si può ovviamente modificare, integrare, variare ma che comunque non si può né si deve ignorare». Secondo le osservazioni questa omissione ha determinato una grave discontinuità a danno di previsioni rilevanti ed essenziali per i servizi alla balneazione, per la continuità delle attività balneari e per l'economia locale. In particolare risultano cancellate le previsioni di 5 stabilimenti balneari e risultano omesse le previsioni di 11 chioschi di servizio alla balneazione ricadenti nel Tratto B. «Eppure tali "chioschi stagionali" - si legge - sono previsti nel Piano del Parco Nazionale del Circeo richiamato negli atti del PUA adottato». Altra criticità è che la proposta di PUA riporta che riserva alla pubblica fruizione una quota pari a circa 80%, per cui solo il 20% della linea di costa è costituita da aree da concessionare. «Delle ragioni e motivazioni di tale scelta e determinazione non vi è evidenza nella documentazione di Piano. Non sono quindi forniti dati di lettura - adeguati e trasparenti - delle previsioni di piano. In ogni caso, pur in assenza di una valutazione della domanda rispetto all'offerta delle strutture balneari esistenti, il fronte mare da concessionare va aumentato almeno con le previsioni del PUA già approvato, riconfermando il numero degli stabilimenti balneari e quindi il relativo fronte mare». Tra le altre necessità da segnalare, infine, c'è quella di considerare l'esigenza delle strutture alberghiere presenti nell'entroterra e destinare alle loro esigenze di ospitalità apposito stabilimento balneare; poi incrementare gli spazi da destinare a punti di ormeggio per piccole imbarcazioni (P.O.I.) e la creazione di rampe di alaggio anche alla foce del Canale Mascarello e la necessità di stabilire un piano del colore degli stabilimenti e per le strutture balneari».