Tra i pezzi importanti che restituiscono l'idea di come dovrebbe essere una città e delle funzioni che dovrebbe assumere per i suoi abitanti sicuramente c'è la presenza di una biblioteca. E a Latina, la città dei percorsi interrotti, dei progetti lasciati a metà e mai collegati in un'ottica di interscambio e di rete che favorirebbe la sua vera crescita culturale, la biblioteca Manuzio manca da quattro anni, chiusa nel suo ingresso principale con un poderoso lucchetto per i lavori antincendio e di ristrutturazione che perdurano senza sosta, aggravati durante la passata consiliatura da alcuni ritardi e da mancati interventi da parte della ditta assegnataria.

Con una recente determina dirigenziale del servizio lavori pubblici ora il Comune di Latina ha disposto l'affidamento diretto per i lavori di adeguamento alle norme antincendio della Biblioteca Manuzio" approvando il primo stralcio funzionale dei lavori di adeguamento alle norme antincendio redatto dall'ingegnere Silvano Varsalona, per l'importo di complessivi 42.644 euro. Il Comune ha affidato l'esecuzione di questi lavori alla ditta M.I.T. S.r.l., che ha offerto un ribasso del 7% sull'importo dei lavori ce costeranno 29.717 euro. Lavori necessari per rientrare nelle disposizioni previste per l'accreditamento nell'Organizzazione bibliotecaria regionale, sospeso dal 2021 e per beneficiare dei finanziamenti messi a disposizione dalla Regione Lazio.

Nella determina si prende atto della necessità di procedere alla realizzazione dei lavori per il Cpi per stralci funzionali per arrivare a ottenere il parere di conformità antincendio perché i tempi per la definizione dell'intervento e per l'acquisizione del certificato per la riapertura della biblioteca, «stante in particolare le problematiche derivanti dalle difficoltà di approvvigionamento dei materiali con aumento dei prezzi, non sono compatibili con i tempi per l'accreditamento nell'Obr stabiliti dalla Regione per il 2023». Insomma una vicenda spinosa che si protrae da giugno 2019 e che sta diventando la copia di quanto successo con il teatro D'Annunzio, interdetto per anni a causa di rimpalli burocratici e ulteriori lavori che solo di recente hanno portato alla riapertura definitiva della struttura. Un anno fa per terminare tutto sono stati stanziati altri 140mila euro finalizzati alla prevenzione degli incendi, da aggiungere a quelli già effettuati per rendere la struttura a norma di legge, ma in questo lungo percorso scongiurare il rischio che la struttura sia tagliata fuori dalla rete regionale delle biblioteche del Lazio, è diventata un'impresa impossibile. La speranza è che si acceleri con l'amministrazione che verrà fuori dalle comunali di maggio, dia seguito all'indirizzo politico di considerare prioritaria la chiusura dei lavori. Perché quattro anni senza biblioteca sono un tempo impossibile per gli studenti, le famiglie e la cultura di questa città.