La storia
04.06.2023 - 10:05
Una cifra più che ragguardevole per aiutare un settore che ha subito batoste in serie negli ultimi anni, quello del commercio ambulante, dei mercati, delle fiere stagionali e specializzate.
La Regione Lazio mette sul piatto oltre 2,6 milioni di euro per la riqualificazione di 12 aree mercato e molte si trovano in provincia di Latina.
Tra quelli che esultano c'è l'Ana (Associazione nazionale degli ambulanti), che ha spinto molto in questi mesi perché si arrivasse a mettere in campo un progetto in grado di aiutare gli operatori ma anche i centri che li ospitano.
«Si tratta di una rete di sostegno - dice il segretario di Ana Ugl, Marrigo Rosato - alla quale teniamo molto. La Regione ci ha ascoltato perché abbiamo portato un dossier sulla rilevanza sociale dei mercati settimanali in realtà medio piccole. Sono luoghi di aggregazione e socialità non semplici spazi commerciali, è questo concetto che abbiamo cercato di difendere».
Con una determina di questi giorni la Regione ha dunque approvato la graduatoria dei progetti presentati dai Comuni e tra questi risultano tutte finanziate le proposte depositate in accordo con Ana-Ugl.
Si tratta dei mercati settimanali che si tengono ad Ardea, Cassino, Ciampino, Cori, Fondi, Fonte Nuova, Formia, Gaeta, Lenola, Santi Cosma e Damiano, San Giorgio a Liri, Rignano Flaminio.
Tutti faranno parte del progetto di valorizzazione denominato «Il mercato dei borghi» per il quale esiste già un portale omonimo, mentre è in fase di elaborazione un'app per visitare in modo anche virtuale questi mercati per poi poterli vedere dal vivo, non solo nello spazio in cui si trovano ma conoscendo anche le tipicità delle città che li ospitano. In questo senso il progetto ha un suo valore aggiunto che riguarda la promozione territoriale.
«Sono state accolte anche le richieste di finanziamento e restyling dei mercati di Latina, Cisterna e Sezze Romano - aggiunge Marrigo Rosato - e si tratta di una tappa fondamentale nel processo di rinnovamento del settore. Vogliamo far conoscere i mercati, non dimenticarli come si è rischiato che succedesse, sbilanciando tutta la promozione sui centri commerciali fissi che possono permettersi un battage promozionale che di sicuro non è alla portata delle famiglie di commercianti ambulanti. Le quali, però, hanno storie, tradizioni, culture da portare ai clienti. Questi commercianti molto spesso sono gli unici e gli ultimi che vendono prodotti tradizionali, tipici, artigianali, introvabili nelle catene industriali del commercio. Abbiamo spiegato alla Regione che aiutare questo segmento della nostra economia equivaleva a supportare un'attività dall'elevato valore sociale e culturale. Ci hanno ascoltato e adesso siamo pronti anche ad accettare la sfida tecnologica».
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