Cerca

La storia

Primo detenuto laureato Unicas

Consegue a sessant'anni la triennale in Servizi giuridici e ora è pronto per la magistrale

Primo detenuto laureato Unicas

Il riscatto per Giulio, nome di fantasia, passa anche dalla laurea. E l'emozione ieri per il conseguimento del titolo triennale in Servizi giuridici nell'ateneo cassinate è stata fortissima. Alle soglie dei sessant'anni, con ancora una lunga condanna da scontare - e una complessa vicenda giudiziaria alle spalle - Giulio (originario della provincia di Latina ma al San Domenico di Cassino da molto tempo) ha raggiunto uno dei suoi obiettivi. Ha studiato duramente, lavorando grazie all'opportunità concessa dai Servizi sociali di Cassino, in una cooperativa. E ha fatto anche tanto volontariato. Un impegno ripagato dall'emozione di ieri mattina con quel "95" che gli ha riempito il cuore. Il primo detenuto laureato dell'Unicas.

«Un sincero ringraziamento a tutti coloro che mi sono stati vicini in questo percorso che mi ha consentito di raggiungere questo obiettivo - ha detto il neolaureato - a partire dalla Casa circondariale di Cassino, nella persona del direttore e di tutto lo staff tecnico, passando per la parte educativa e per la "parte esterna": l'amministrazione con il sindaco Salera, gli assessori e gli enti, la dottoressa Grieco che mi è stata sempre vicina, il rettore Dell'Isola, il professore. Sono veramente commosso. Esprimo parole di sincero ringraziamento per questa opportunità».

«Questo è un risultato veramente importante, sia da un punto di vista simbolico che fattuale perché è il primo laureato detenuto dell'Università di Cassino che ha frequentato in questi anni, insieme a tante altre persone con limitazioni della libertà, per i quali l'ateneo si è impegnato davvero molto. Quella di ieri è stata una cerimonia simbolica con la consegna della pergamena - ha spiegato il rettore Marco Dell'Isola, particolarmente emozionato - Un risultato importante sia per la famiglia e per lo stesso laureato, particolarmente motivato, ma anche per i nostri docenti: nulla di ciò sarebbe possibile senza il grande lavoro dei professori e del personale tecnico-amministrativo. Che operano sempre all'unisono ma con una particolare attenzione in situazioni come questa». Poi il rettore ha voluto pubblicamente ringraziare il direttore del carcere di Cassino, Francesco Cocco, esprimendo vivo apprezzamento per il grande compito della struttura di via Sferracavalli che rende davvero la pena riabilitativa e non solo punitiva.
«La sinergia con l'università di Cassino che dura da parecchi anni è straordinaria - ha commentato il direttore del carcere, Francesco Cocco - Il laureato era già indubbiamente una persona dotata di capacità elevate. E impegnato anche all'esterno, in una cooperativa per conto del Comune. Ma la sinergia è quella che conta: siamo contentissimi di proseguire su questa strada insieme a Unicas, favorendo il diritto allo studio e sempre la tutela dei diritti dei detenuti». «L'emozione di accompagnare tutti i nostri studenti alla laurea è sempre fortissima - ha aggiunto Enrica Iannucci, direttore del dipartimento di Economia e Giurisprudenza - In questo caso abbiamo portato il primo studente detenuto alla laurea dopo un percorso iniziato cinque anni fa nel corso di Servizi giuridici. I primi in ateneo, ma non "gli unici". Adesso, come ha detto il rettore, saranno una cinquantina i detenuti pronti alla laurea in diversi dipartimenti».

Un progetto di crescita e di formazione, ha aggiunto, perché la funzione dell'università deve essere proprio questa. «Estremamente soddisfatti di aver portato a termine questo percorso, all'inizio fatto di tanta speranza e adesso invece una concreta realtà. Il nostro "dottore" così - ha aggiunto Sarah Grieco, docente di Esecuzione penale e coordinatrice di Diritto allo studio in carcere - ha anche una opportunità di lavoro. Con l'Unicas è possibile guardare al futuro con speranza». «Abbiamo accolto appieno questo progetto - ha sottolineato il sindaco di Cassino, Enzo Salera - convinti che, attraverso lo studio, le pene detentive possano servire alla vera riabilitazione. E credo che questa esperienza ne sia la dimostrazione. La sinergia tra Comune di Cassino, carcere e università ha permesso questo grandissimo risultato».

Edizione digitale

Sfoglia il giornale

Acquista l'edizione