Il nuovo rinvio
03.10.2023 - 16:30
Il giudice ha deciso di astenersi sulla richiesta di messa alla prova da parte della maestra Francesca Rocca (accusata di abbandono di minore) e ha rinviato la decisione al presidente del Tribunale di Velletri. Il che ha quindi portato ad un nuovo rinvio del processo per l'investimento della piccola Lavinia Montebove, che nel 2018 venne travolta mentre gattonava nel piazzale dell'asilo nido, da un'auto condotta dalla seconda imputata. Da quel giorno Lavinia è a letto in stato semi vegetativo e i genitori attendono da oltre cinque anni giustizia.
Dopo aver proposto un risarcimento di un euro alla famiglia, ieri l'avvocato della difesa ha depositato una lettera della maestra assente per malattia, nella quale - secondo quanto riporta ansa.it - dichiara la propria responsabilità ad assistere Lavinia nelle ore in cui manca l'assistenza infermieristica, che è garantita alla piccola solo 12 ore al giorno. Per la messa alla prova dunque si tornerà in aula il 16 ottobre.
Se sarà accolta tale richiesta, il processo per la maestra si chiuderà qui. Continuerà quello per la donna al volante dell'auto.
Ieri davanti alla sede del Tribunale di Velletri si è tenuto l'annunciato sit-in a sostegno della famiglia Montebove. Il padre di Lavinia, al termine dell'udienza ha riferito questo all'Ansa: «C'è delusione per l'ennesimo rinvio ma comprendo le ragioni che hanno portato il giudice a questa scelta e che servono per evitare possibili ricusazioni. Per quel che riguarda la disponibilità della maestra, dopo 5 anni di silenzio e dopo l'offensiva proposta di 1 euro di risarcimento fatta in aula, di venire a casa nostra ad aiutarci con nostra figlia, rispondo semplicemente che abbiamo bisogno di infermieri e di sanitari, non di badanti. Ciò detto, anche da questa proposta si comprende come Francesca Rocca sia ancora assolutamente inconsapevole del danno cagionato a nostra figlia. Ragion per cui una messa alla prova anticipata, se mai dovesse essere concessa, sarebbe ed è inaccettabile. Vogliamo giustizia e vogliamo una sentenza, non altro».
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